Uno dei giocatori di tennis italiani più forti di sempre è senza dubbio Paolo Bertolucci, artefice insieme a Panatta, Barazzutti e Zugarelli dell’unica vittoria della nostra nazionale nella Coppa Davis. Pochi mesi fa è uscita la sua autobiografia, “Pasta Kid il mio tennis, la mia vita” (Editrice Ultrasport 14€), per questo l’ho contattato: ne è uscita un’intervista a 360 gradi, nella quale si è parlato sopratttutto di tennis ma anche di altro.

Cosa l’ha spinta a scrivere un libro sulla sua vita ?
Alcuni amici mi hanno chiesto di scriver un libro su di me e sulla mia vita. Ho detto sì senza alcun problema : durante gli Internazionali d’Italia ho avuto un confronto con Lucio Biancatelli (il giornalista con cui l’ha scritto n.d.r) e poi abbiamo proseguito durante tutta l’estate, così nel corso dei mesi ci è venuto in mente di fare scrivere la prefazione a Nesi, ad esempio. Importante, poi, l’incontro con Panatta in riva al mare a Forte dei Marmi una mattina di fine agosto. Ne è scaturito un colloquio a ruota libera tra il serio e il faceto, registrato e riportato integralmente.
Il titolo dell’autobiografia è il soprannome attribuitomi dal giornalista del Boston Globe la prima volta che mi ha visto: pasta per l’italianità e kid perché all’epoca ero quasi ancora un bambino. È risultato comunque un libro completamente diverso da quello scritto da Meloccaro. (“Braccio d’oro. Il meraviglioso rovescio di Paolo Bertolucci” n.d.r)

coppa davis

Che messaggio vuole che arrivi al lettore ?
Mi piacerebbe che si capisse che ai miei tempi c’era un tennis diverso da quello di oggi, molto più goliardico, dove c’era ancora spazio per l’improvvisazione e lo spogliatoio era uno spazio di divertimento spinto al massimo . La sera si usciva spesso assieme anche tra avversari. Oggi, invece, c’è profondo rispetto e grande professionalità ma non ci può essere quell’unione di prima. Alla luce della realtà sportiva di oggi, è giusto che sia così, perché è cambiato molto lo sport in generale e anche il tennis si è adeguato. Si va alla ricerca della perfezione assoluta, serve tutto e di più, in particolare viene curato molto di più l’aspetto fisico e mentale.

Com’è andata la presentazione a Brescia?
Benissimo: c’erano oltre cento persone veramente interessate e partecipi; molto coinvolgenti le proiezione di filmati d’epoca. Insomma è stata una serata molto bella.

Come è stato accolto nella sua Forte ?
Non lo so ancora con esattezza, ma in generale sta andando piuttosto bene e la casa editrice è soddisfatta.

Nel libro racconta che il periodo adolescenziale trascorso al centro tecnico di Formia fu molto positivo e spensierato, caratterizzato da numerosi scherzi goliardici. Quale ricorda più volentieri?
Sicuramente il pesce d’aprile quando abbiamo organizzato un finto lancio di paracadutisti della squadriglia “Pirlot”, invitando tutta la cittadinanza attraverso volantini. Sono arrivate oltre mille persone che fremevano per ammirare lo spettacolo che si ridusse a una stravagante esibizione di Ottolina, un famoso velocista di quei tempi, che andò al centro del campo, salì su uno scaleo e si buttò con un ombrello!

ottolina

Sempre in quel periodo è entrato a contatto con i grandi dell’atletica leggera, tra cui Mennea, Berruti e Simeoni. Cosa le hanno trasmesso?
Beh ho conosciuto anche la Masocco, futura mamma di Buffon, lo stesso papà di Buffon, entrambi campioni di lancio del peso e del disco. Il fatto di stare a contatto con questi grandi campioni ci ha fatto capire l’importanza dell’allenarsi con costanza, anche se erano altri tempi e c’era spazio per divertimento. La vita era, però, dura, con strutture quasi da convento, senza tv e altro, ma solo una sala da biliardo.

Simeoni

Nel libro cita alcuni match di doppio che ricorda con molto piacere: quale quello più bello in assoluto?
Sinceramente non lo so, molto probabilmente il fatto di aver battuto le coppie australiane Newcombe/Roche e McNamara/McNamee, tutti vincitori di prove dello slam, in particolare Wimbledon. Siamo riusciti a batterli sia in casa che sull’erba in Australia.

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In un capitolo passa in rassegna alcuni dei tennisti più famosi: ci può dire quale quello più simpatico e quale il più antipatico?
Il più simpatico… ci trovavamo molto bene coi sudamericani, diciamo dagli argentini Vilas a Clerc ai cileni Prajoux e Gildmesiter, bene anche con Borg, non certo campione di simpatia, ma molto vicino a noi… Tra Lendl e Connors è, invece, una bella lotta per il titolo di meno simpatico!

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Si rivede in qualche giocatore attuale?
Per gesti e movimenti Federer si avvicina di più al tennis che praticavamo noi, poi certamente riesce a farlo anche meglio. Gli altri, invece, Nadal e Djokovic oggi, ma già Borg e tutti gli spagnoli, hanno portato il tennis a un livello dove prevale la componente fisica e mentale su quella tecnica.

federer nadal nole

Chiusa l’attività agonistica, ha raccontato in questa autobiografia di essersi dedicato ad un’altra sua grande passione, il cibo, facendo un tour enogastronomico per tutta l’Italia. La regione in cui si mangia meglio?
Impossibile da stabilire perché si mangia molto bene in ogni luogo dello Stivle. Dipende dai gusti personali ma nel panorama della nostra cucina c’è spazio per tutti. Mi sono trovato benissimo in ogni regione, come del resto sapevo già in partenza.

Parlando, invece, del suo lavoro come seconda voce nella telecronache, con quale telecronista preferisce raccontare i match?

Ho avuto la fortuna di iniziare con quel “mostro” che è Galeazzi, ho proseguito con Tommasi, e ora le faccio con la Pero, Marianella e Mangiante.. Tutti questi mi hanno insegnato qualcosa, dandomi i tempi delle telecronache, per questo sono grato a tutti quanti.

tommasi

Secondo il suo autorevole parere i top e i flop del 2015?
Parto da Djokovic e Federer che hanno segnato l’annata, soprattutto Nole ovviamente. Flop, invece, Tomic, in parte anche Dimitrov e Gulbis un altro campione sì, ma nello sprecare il talento.

rf nd

In quest’annata Djokovic ha vinto tutto o quasi: riuscirà a ripetersi nel 2016?
Per altri due, tre anni è destinato a dominare la scena: non so sinceramente se Nole vincerà due o tre Slam ma lo scettro non glielo toglie nessuno.

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Federer ha annunciato qualche giorno fa il nuovo allenatore dopo l’interruzione del rapporto con Edberg: cosa potrà dare Ljubicic al campionissimo elvetico?
Potrà offrigli la vicinanza di un ex giocatore che conosce molto bene i giocatori attuali e credo proseguirà la strada intrapresa da Edberg, portando il gioco sempre più sulla verticalizzazione.

federer ljubo

Nadal, invece, ha vissuto il suo anno peggiore: per tornare davvero competitivo dovrebbe pensare a cambiare coach, staccandosi dallo zio?
Non credo senta questa necessità, anzi sono convinto che sappia perfettamente a cosa va incontro. Rafa ha il fisico usurato ma non penso avrà un’altra annata come questa. Dopo il Master di Miami, quindi con i primi tre mesi, si potrà, forse, tracciare un primo bilancio, già prima della terra battuta.

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Ringrazio Paolo Bertolucci per la disponibilità dimostrata e rinnovo gli auguri di buone feste.