Il Milan di Inzaghi si reca a Verona in occasione della settima giornata di campionato. Sarà una sfida come tante, che non romperà gli equilibri né dell’una né dell’altra squadra e che difficilmente causerà grossi scossoni in classifica. Insomma, la gara di domenica sarà distante anni luce da sfide incredibili come quelle del 1973 e del 1990 che costarono ai rossoneri ben due scudetti. Anche in caso di sconfitta nel match di domenica per Inzaghi non sarà di certo un’altra Fatal Verona.
La fatal Verona del 1973
Il mito, per i rossoneri l’incubo, della Fatal Verona inizia nel maggio del 1973. Il Milan si presenta in casa del Verona nelle vesti di capolista. I rossoneri guidano il campionato con 44 punti, uno in più della coppia formata da Lazio e Juventus. Ricordiamo che in quegli anni una vittoria valeva due punti e non tre come adesso. Al Milan, potenzialmente, poteva anche bastare un pareggio per andare al maxispareggio nella peggiore delle ipotesi. Per le avversarie non mancavano certo le difficoltà: la Lazio doveva vincere a Napoli mentre la Juve era attesa dalla trasferta all’Olimpico contro la Roma.
I rossoneri si presentano a Verona senza forze, sfiancati dalla finale di Coppa delle Coppe giocata e vinta per 1-0 a Salonicco contro il Leeds. La squadra guidata da Nereo Rocco tornò dalla Grecia con una coppa in più ma senza festeggiare visto che di lì a pochi giorni ci sarebbe stata la partita decisiva di campionato contro il Verona. Le cronache dell’epoca raccontano anche di uno scontro interno alla società fra Nereo Rocco e la dirigenza rossonera: il “Paron” aveva chiesto di posticipare la partita di 24 ore per consentire ai suoi calciatori di recuperare la forma dopo lo sforzo fisico contro il Leeds. La dirigenza milanista non ascoltò le richieste del tecnico e il match si giocò regolarmente il 20 maggio.
A questo dato andava anche aggiunto il fatto che i rossoneri arrivarono a quell’appuntamento senza due pedine importanti per la squadra come il terzino tedesco Schnellinger e lo stesso allenatore Nereo Rocco, che squalificato non poteva sedersi in panchina quel pomeriggio. Il risultato di questa combinazione di fattori negativi fu devastante per i rossoneri: 3-0 per i gialloblù dopo i primi 30 minuti e partita compromessa.
Nonostante la disfatta in corso, fino a pochi minuti dal termine del campionato i rossoneri avevano ancora delle velleità per poter vincere il campionato. Sarebbe stato il decimo, quello della stella. Con il match di Verona ormai compromesso visto il risultato di 5-3 per gli scaligeri, le orecchie erano tutte puntate sulla radiolina per sentire le radiocronache di Roma-Juventus e Napoli-Lazio, entrambi i match erano fermi sul pari. Da Napoli arrivò addirittura il vantaggio dei partenopei ma a spegnere le ultime speranze dei rossoneri fu un gran gol di Cuccureddu che portò avanti la Juventus contro la Roma. La rete del difensore sardo a tre minuti dal termine regalò il 15esimo scudetto alla Juve sancendo il clamoroso harakiri del Milan.
1990: la seconda Fatal Verona per il Milan
Dopo la Fatal Verona del ’73, il Milan di trasferte al Bentegodi ne fece tante altre ma nessuna di queste fu di un peso specifico importante. Nessuna, fino al 1990, fino al 22 aprile 1990. Anche quel giorno il Milan aveva proprio contro il Verona una delle partite fondamentali per la corsa allo scudetto. L’avversario per il tricolore, questa volta, era il Napoli di Maradona. Siamo alla penultima giornata e sia il Milan che il Napoli sono appaiati in vetta alla classifica a quota 47 punti. Un successo a Verona avrebbe agevolato mentalmente il cammino dei rossoneri che all’ultima giornata avevano l’impegno casalingo contro il Bari.
I fantasmi della Fatal Verona non sembrarono aleggiare sul Bentegodi visto che i rossoneri passarono anche in vantaggio nel primo tempo con Simone ma la squadra rossonera mostrò un certo nervosismo in campo e il primo a pagarne le conseguenze fu Sacchi che si fece cacciare dall’arbitro Rosario Lo Bello. “Cacciai Sacchi perchè era nervoso e dalla panchina diceva di tutto”, disse l’arbitro molti anni dopo ricordando l’incredibile match del Bentegodi.
A metà della ripresa arrivò il pari per gli scaligeri e con esso le prime manifestazioni di esasperazione dei rossoneri. Rijkaard, secondo la ricostruzione di Lo Bello, sputò il direttore di gara due volte, Van Basten si tolse la maglia e la gettò per terra, Costacurta disse a uno dei guardalinee che la terna arbitrale era disonesta con i rossoneri. Il risultato: Rijkaard, Van Basten, Costacurta furono espulsi e il Milan fu ridotto in otto uomini a dover difendere il pari.
La beffa arrivò a pochi minuti dalla fine e la seconda ‘Fatal Verona’ fu servita. Lo scudetto volò verso il Vesuvio e al Milan rimasero i nervi a fior di pelle dei tulipani olandesi e degli occhiali da sole di Sacchi. Un mese dopo, però, gli uomini di Sacchi dimenticarono in fretta gli spettri di Verona vincendo la Coppa dei Campioni nella finale contro il Benfica.