Il connubio Napoli-Benitez è miseramente fallito tra nervosismi, incomprensioni, prestazioni imbarazzanti e scelte di mercato tutt’altro che azzeccate. Lo spagnolo, prima ancora di vedere esposto il cartello lavori in corso, ha fatto le valigie ed è partito senza rimpianti alla volta di Madrid lasciando il patron De Laurentiis alle prese con la ricerca di un degno sostituto. In questo biennio sono arrivate una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana, tuttavia la stagione appena conclusa poteva essere ben diversa, non c’è stata la crescita che tutto l’ambiente azzurro si aspettava. I tifosi invece hanno dovuto assistere stizziti alle clamorose eliminazioni in semifinale di Coppa Italia e di Europa League e, oltre al deludente quinto posto finale, prendere coscienza dell’incapacità della squadra di approfittare dei tanti punti persi per strada dalla Roma di Garcia.
Manca ormai solo l’ufficialità, Maurizio Sarri sarà il nuovo allenatore dei partenopei. Sky ha già parlato di cifre, l’ex tecnico dell’Empoli quintuplicherà il proprio stipendio (circa 1,5 milioni l’anno) mentre restano ancora da definire i restanti membri dello staff ed il nuovo ds dopo le dimissioni di Bigon. A Napoli regna lo scetticismo nonostante il presidente sia riuscito a vincere la concorrenza di Milan, Sampdoria, Roma e Fiorentina. I tifosi si aspettavano un nome molto più altisonante per risollevare la loro squadra. Maurizio Sarri ha 56 anni ed ha accumulato senza dubbio notevole esperienza ma soprattutto nelle categorie inferiori, tra l’altro non sempre con ottimi risultati (specie con le altre campane Avellino e Sorrento), ma è proprio ad Empoli che il protagonista dell’ormai arcinoto siparietto con Eto’o è riuscito a trovare la propria dimensione dopo diverse delusioni e varie vicissitudini. Con i toscani infatti dal 2012 Sarri ha raggiunto una finale playoff ed un secondo posto in B più la strameritata salvezza di quest’anno.
Perché si tratta dell’uomo giusto? Perché è arrivata finalmente la più grande occasione della sua carriera, nel momento più opportuno, dopo aver mostrato forse, dopo la Lazio che però possiede degli interpreti straordinari, il più bel calcio d’Italia. Maurizio Sarri torna a casa (è nato infatti a Napoli da genitori toscani) nella squadra del suo cuore nonostante quella gorgia ostentata, finalmente in una big per togliersi altre splendide soddisfazioni per un’occasione che difficilmente si farà scappare. Un uomo esemplare, figlio di operai, che ha sempre preferito il lavoro, il sacrificio, la semplicità, la tuta, alle parole campate per aria, ai litigi, alle polemiche, agli smoking e alle serate di gala.
Per qualcuno rappresenta un po’ il Bielsa italiano, puntiglioso e perfezionista fino all’ossessione, per lui nulla deve essere lasciato al caso. Il suo soprannome ai tempi del Sansovino (il suo trampolino di lancio, in 3 anni dall’Eccellenza alla C2) era infatti quello di mister 33 poi specificato in mister 33 schemi. Il tecnico di Figline Valdarno però nel corso degli anni si è ulteriormente perfezionato, basti pensare che solo quest’anno ha fatto imparare a memoria ai suoi ragazzi la bellezza di 56 schemi solo sulle palle inattive (pensate a quanti gol quest’anno l’Empoli ha siglato sui calci piazzati). Questa scelta dunque porta con sé inevitabilmente delle conseguenze: chi non è disposto a sacrificarsi per la maglia e ad assoggettarsi al modulo ed al lavoro sarriano non sarà ben accetto, e non è nemmeno una questione di età anagrafica perché nonnetti come Daniele Croce, Ciccio Tavano e Massimo Maccarone sono stati i veri pilastri della sua Empoli per voglia, continuità e abilità nel trascinare i compagni più giovani.
Per il mercato è previsto un summit all’inizio della prossima settimana ma la parola d’ordine è una sola: rifondazione. Tra i pali al 90% tornerà Pepe Reina, Rafael invece è dato per partente ed Andujar potrebbe restare come secondo. Capitolo difesa: Albiol non vede l’ora di tornare in Spagna, Britos andrà via a parametro zero, Koulibaly rappresenta il futuro ma gli vanno affiancati due difensori d’esperienza. Uno senz’altro sarà un nome di caratura internazionale, il secondo invece potrebbe essere proprio Tonelli. Anche il centrocampo sarà letteralmente rivoluzionato, occorrono giocatori tecnici e bravi in entrambi le fasi. Era già nell’aria da qualche mese, Sarri si porterà dietro al San Paolo Mirko Valdifiori che costituirà il regista arretrato del Napoli del prossimo anno ma dovrà essere coadiuvato da un centrocampista di quantità. Il mercato partenopeo però senza dubbio passerà dal futuro di Callejon ed Higuain, i due top player scontenti che permetteranno a De Laurentiis di reinvestire i soldi delle cessioni in acquisti funzionali. Arriverà un grande attaccante, forse italiano, magari un napoletano emigrato in Germania, a meno che non si dovesse decidere di puntare finalmente su Zapata, mentre Mertens, Insigne e Gabbiadini saranno il vero valore aggiunto della squadra, e non è esclusa l’ipotesi di un attacco a due.