Risultato a sorpresa nella seconda giornata del gruppo G per le qualificazioni agli Europei 2016. Al Rheinpark Stadion di Vaduz, il Liechtenstein è riuscito a bloccare sullo 0-0 il Montenegro, a cui non sono bastate 28 conclusioni in porta per trovare la via del gol. Ottima la prestazione difensiva dei padroni di casa, capaci di contenere con caparbietà e orgoglio le folate offensive di Vucinic, Jovetic e compagni.
A proposito di difensori, durante la partita la nostra attenzione si è concentrata su uno dei due centrali della squadra del Principato che, curiosamente, indossa la maglia numero 10. Un po’ come quando incontri qualcuno, ti sembra di conoscerlo ma non ti ricordi la sua identità. All’improvviso associamo quel volto ad un attaccante che ha giocato in Italia con Verona, Siena, Arezzo e Ternana. Un momento, non è possibile: ormai avrà smesso di giocare, e poi di mestiere lui i gol li faceva.
E invece è proprio lui, Mario Frick, 40 anni compiuti il 7 settembre. Non ha ancora appeso le scarpe al chiodo, ma la cosa straordinaria non è questa. Super Mario, nato in Svizzera nel 1974, dopo una carriera prolifica con quasi 100 reti all’attivo ha deciso di tornare a casa nei Balzers di Vaduz, squadra che disputa la quarta divisione nel campionato elvetico. E, per prolungare la sua carriera, ha deciso di reinventarsi difensore centrale. Il fisico glielo consente, il senso della posizione non gli manca ed eccolo indossare con orgoglio la maglia della propria nazionale cercando di evitare i gol degli avversari. Quella contro il Montenegro è stata la presenza numero 116 a livello internazionale per Frick che, nonostante l’arretramento del raggio di azione, rimane il miglior marcatore di sempre nella storia del Liechtenstein. Un autentico highlander del calcio, che entra così in un ristretto club di calciatori europei capaci di disputare gare ufficiali con la propria nazionale oltre i 40, quasi tutti portieri (tra cui il nostro Dino Zoff).
Capelli rasati, fascia da capitano indosso e una volontà di ferro, Frick riesce ancora a fornire un contributo importante e, soprattutto, rappresenta un esempio positivo per i suoi compagni di squadra, molti dei quali non sono neanche professionisti. Una bella storia da raccontare, sperando che possa durare ancora a lungo. Parafrasando un vecchio slogan dei tifosi del Verona, la vie c’est fantastique…quando difende Mario Frick.