Il calcio cambia, si evolve. E diventa sempre più business. Lo sa il Milan, che negli ultimi giorni ha messo a segno un’operazione, dietro la scrivania, che vale più di un derby vinto. La società rossonera ha chiuso un altro accordo di sponsorizzazione con l’Emirates, compagnia aerea degli emirati arabi già sponsor di alcuni top club come Paris Saint Germain e Arsenal, oltre che dello stesso Milan da qualche anno.
Nelle casse del club di Berlusconi andranno 100 milioni di Euro in 5 anni (20 milioni all’anno). Si avrà un utile, seppur mancano le cifre ufficiali, di circa 8 milioni di Euro all’anno in più. Un tesoretto da poter investire. E se nel frattempo qualche tifoso inizia a sognare un colpo di mercato o un rafforzamento di cui la squadra avrebbe bisogno Barbara Berlusconi frena i facili entusiasmi. Lo fa nella conferenza stampa di presentazione dell’accordo, e lo fa tra le righe parlando di “brand” e rafforzamento del gruppo economico.
La logica del calcio business impone anche questo, ma non è detto che sia un male. Il Milan potrà contare su una liquidità in più, e probabilmente investirà anche sul mercato ma quello che c’è di più importante in questo accordo è la disponibilità della compagnia degli emirati di finanziare l’eventuale progetto di uno stadio di proprietà del Milan. Se ne è parlato ieri sera nella conferenza stampa alla presenza del CEO dell’azienda e di Barbara Berlusconi e se ne parlerà in altre sedi, sicuramente più opportune.
Il Milan pensa da tempo ad uno stadio di proprietà, sull’esempio anche di quanto avvenuto alla Juventus con lo Stadium. I bianconeri hanno costruito sui ricavi del nuovo impianto una solidità economica che permette poi di avere anche una squadra sempre all’altezza dei vertici del calcio italiano. La ricostruzione del Milan passa da questo. Ma magari conquistando l’accesso alla Champions già quest’anno la rinascita potrebbe essere un po’ più veloce e indolore.