Primo assioma del calcio italiano del 2015: Carlo Tavecchio può tutto. Da Opti Poba ai “cosi da adottare”, ma il problema non è solo un lessico tutt’altro che appropriato alla presidenza di un organismo importante come la Federcalcio. Può tutto. Può anche vendere, e far comprare dalla propria federazione, un libro di cui è l’autore. E se questo non fosse abbastanza Carlo Tavecchio può farlo per due volte. Anzi, tre: con solo due libri scritti però.
A scoperchiare il vaso di Pandora ci ha pensato la stampa italiana negli ultimi giorni. “C’era una volta il calcio, la meravigliosa storia del calcio dilettantistico” è un volume scritto per i bambini che vogliano approcciarsi all’argomento calcio nel 2012. Ed ha persino avuto una ristampa. “Nonno Carlo”, Tavecchio nel libro viene sempre indicato così, l’ha fatta stampare a spese della Lega Nazionale Dilettanti, con una spesa superiore ai 100.000 Euro. Nel 2012, a capo della LND c’era sempre lui, Nonno Carlo. E il Natale successivo diventa l’occasione buona per una ristampa: altre 20.000 copie “ad un prezzo vantaggioso”, come scrive lo stesso presidente in una lettera indirizzata ai comitati locali. Un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 5 euro, per una spesa complessiva che torna di nuovo sulle 100.000 Euro. Senza bisogno di una calcolatrice si arriva in breve a capire che la LND ha speso 200.000 Euro per “la meravigliosa storia del calcio dilettantistico”. Meravigliosa.
La storia prosegue. Meglio di un Moccia qualunque, Tavecchio ci ricasca: nel 2014 ecco un altro libro, in occasione dei mondiali brasiliani. “La grande favola azzurra, il pallone racconta”, l’ultima fatica letteraria di Nonno Carlo, viene questa volta distribuita a spese della Figc. Non è dato sapere quante siano le copie, né quale sia la spesa. Ma in un momento di spending review la decisione appare strana. Anche in questo caso la diffusione, o l’acquisto, dei libri non è all’ordine del giorno. Il presidente propone, il consiglio approva. E il calcio piange fondi che si sarebbero potuti investire in altri modi.
Tutti i libri di Tavecchio hanno un editore comune: la Moruzzi’s Group srl. Un editore bolognese che stampa da circa 10 anni anche la rivista “Il Calcio Illustrato”, l’organo di informazione ufficiale della Lega Nazionale Dilettanti. Circa 60.000 copie al mese, acquistate (ovviamente) da società e tesserati. Un successo, però, ridimensionato dal fatto che nessuna delle leghe superiori ha deciso di replicare questo esperimento ormai decennale. Luciano Moruzzi, l’editore, spiega a La Repubblica che Tavecchio non ci guadagna nulla, allacciandosi ad una difesa d’ufficio lanciata già nei giorni scorsi dallo scudiero Claudio Lotito. Abbiamo provato a sentire lo stesso editore per capire, a livello tecnico, come possa un autore rinunciare ad ogni diritto sul proprio libro e soprattutto se a quel punto i vantaggi economici di una triplice operazione del genere non fossero tutti della Moruzzi, che pure a certi meccanismi crediamo sia estranea. Ci è stato comunicato che erano già in rete altre interviste, e alla richiesta di poter sviluppare altri temi e fare qualche domanda diversa, il diniego è rimasto. Ci sarebbe piaciuto capire qualcosina in più, ma rimaniamo con qualche dubbio legittimo e un’analisi piuttosto evidente dei fatti. A dimostrazione di quel famoso assioma del calcio italiano del 2015. Che, così, non crescerà mai.