L’approssimarsi della fine dell’anno ci invita a riflettere su quali siano stati i protagonisti indiscussi del 2015. Blog di Sport ha individuato i migliori 15 giocatori che hanno avuto un ruolo importante in questi 12 mesi.

1 Marcos Ayerza

La classe operaia va in Paradiso. Nel 2015 Marcos Ayerza è emerso in Aviva Premiership e in Champions Cup con i Leicester Tigers lavorando con dedizione, confermando poi la sua annata fortunata con la nazionale argentina, prima al Rugby Championship poi al Mondiale. La partita delle prime linee si gioca in mischia chiusa, le soddisfazioni non giungono da mete realizzate ma da vittorie personali contro il pilone avversario a chi spinge di più, in tutto ciò Ayerza ha surclassato ogni rivale.

2 Augustin Creevy

Il capitano che tutti vorrebbero, il cuore pulsante dell’Argentina rugbistica, il tallonatore numero 1 al mondo è Augustin Creevy. Esempio insuperato di passione e attaccamento alla maglia, lo sguardo di quest’uomo dice molto più di mille parole. Senza bisogno di parlare Creevy si è caricato Los Pumas sulle spalle portandoli fino alla semifinale della Rugby World Cup, purtroppo persa contro l’Australia, ma la sua avventura con la nazionale non termina qui.

3 Dan Cole

Dan Cole è mancato per gran parte del 2014 a causa di un grave infortunio, ma è tornato in piena forma all’edizione del Six Nations 2015 dimostrando di essere il miglior pilone destro al momento. Cole è un professore della mischia chiusa, un ottimo placcatore e un instancabile recuperatore di palloni nel breakdown, tutte doti imprescindibili per un giocatore di prima linea nel rugby moderno. In una recente intervista ha dichiarato che fosse per lui, cambierebbe il regolamento trasformando l’intera partita di rugby in una mischia chiusa ininterrotta per 80 minuti, aggiungendo che in fondo i piloni non hanno davvero bisogno della palla. Ora, ditemi se questa non è immedesimazione nel proprio ruolo.

4 Alun Wyn Jones

Con i suoi 94 caps con il Galles (6 con i British and Irish Lions) Alun Wyn Jones rientra sicuramente nel novero delle più esperte seconde linee ancora in attività. Nonostante il debutto con la nazionale maggiore nel lontano 2006 a soli 21 anni, questo qui è un giocatore che non invecchia, stagiona. Nominato due volte Man of the Match nel Sei Nazioni del 2015, contro Scozia e Italia, replica l’exploit al Mondiale, formando assieme al compagno di reparto Luke Charteris quella che è stata con ogni probabilità la coppia di seconde linee più letale del torneo.

5 Paul O’Connell

A proposito di veterani.. O’Connell in Irlanda è venerato quanto San Patrizio! E’ l’esempio di come si possa ancora essere umili, modesti e affamati nonostante 14 anni di carriera internazionale, 108 caps con la nazionale irlandese e 3 vittorie del Sei Nazioni (tralasciando i vari trofei vinti con il Munster). L’età si fa sentire per tutti ed egli non è certo il giocatore di una volta. I più infatti lo diedero per spacciato nel 2015, ma Paul dimostrò quanto fossero vane le critiche guidando l’Irlanda alla vittoria del Six Nations 2015, vincendo il titolo di miglior giocatore del torneo. A giugno confermò la decisione di appendere gli scarpini al chiodo terminata la coppa del mondo, ma il vero dolore è stato vederlo alzare bandiera bianca a mondiale in corso a causa di un infortunio alla coscia, abbandonando il gruppo e i sogni dei tifosi prematuramente.

6 Mamuka Gordgodze

A onor del vero non propriamente un blindside flanker, ma non si poteva non scrivere qualche riga su questo giocatore straordinario, che se soltanto giocasse in una nazionale più competitiva della Georgia godrebbe sicuramente di una fama ancora maggiore. Reduce dalla vittoria della Champions Cup 2015 col Tolone, “Gorgodzilla” (simpatico nomignolo affibbiatogli in Francia) guida da capitano la Georgia ad una storica vittoria contro Tonga alla RWC 2015, marcando anche la prima meta del match, e durante la stessa edizione viene nominato man of the match dell’incontro disputato contro la Nuova Zelanda.

7 Michael Hooper

Già capitano dei Waratahs, Hooper era stato anche designato a guidare i Wallabies nel 2014, diventando così il più giovane giocatore a ricoprire tale ruolo dal 1947, a soli 22 anni. Ma non fatevi ingannare dall’età, Hooper è un atleta a 360° gradi che non si esime mai dalla lotta, partecipa ad ogni punto di incontro, è un placcatore inesorabile e un attaccante di razza. Assieme a Pocock e Fardy ha costituito quello che è stato il reparto di terza linea più performante del Mondiale, confermando l’opinione degli appassionati di rugby di tutto il mondo che vedono sempre più in lui il miglior n° 7 da un paio di anni a questa parte.

8 David Pocock

C’era una volta il rugby dei grandi numeri 10. C’era una volta, appunto, perché oggi sono più che altro le terze linee che decidono le partite. Giocatori, la cui figura domina (in tutti i sensi) la scena del rugby moderno, chiamati ad essere i primi placcatori in difesa, i primi ripulitori di ruck e i primi ball carriers. L’emblema dell’attenzione a questi (sporchi) doveri è David Pocock, il quale è stato dominante soprattutto nel breakdown in tutto il 2015, tanto in Super 15 con i Brumbies quanto con la nazionale australiana. In particolare alla RWC 2015 in 299 minuti giocati ha segnato 2 mete, effettuato 46 placcaggi (con una percentuale di successo dell’ 86 %) e da solo ha indotto l’arbitro a fischiare ben 17 turnovers a suo favore!

9 Aaron Smith

Giovane, talentuoso, scaltro, rapido, carismatico Aaron Smith è tutto questo e anche molto di più. E’ un chiwawa in cattività, l’angoscia in persona per le guardie intorno al punto di incontro, costrette a giocare con la costante apprensione che possa colpire da un momento all’altro, insomma un pessimo cliente per le difese nemiche. Soprannominato “Nugget” (pepita) dai connazionali, ha condotto gli Highlanders alla conquista del primo titolo del Super 15, guidando con esperienza e con superba capacità una squadra giovane ma con grandi ambizioni, inoltre si è appena laureato campione del mondo all’ultima edizione della Rugby World Cup da poco conclusa, assumendosi le chiavi del gioco degli All Blacks, consacrando meritamente la sua carriera con due trofei mai vinti prima, i più prestigiosi.

10 Jonathan Sexton

Ebbene si, non Dan Carter, ma Johnny Sexton si aggiudica il primo posto sul podio delle migliori aperture. Ottimo calciatore, eccezionale interprete del gioco, uno dei trascinatori della nazionale irlandese insieme al capitano O’Connell, insomma un vero e proprio leader in campo. Decisivo come pochi sia in Top 14, che nel Sei Nazioni, peccato solo per l’infortunio scontato al Mondiale contro la Francia che non gli ha consentito di condurre la propria nazionale nelle fasi finali del torneo. Senza di lui infatti gli Irlandesi sembravano aver perso la bussola.

11 Julian Savea

“The next Jonah Lomu”, Julian Savea non ha bisogno di presentazioni. Debutta con gli All Blacks nel giugno del 2012 e da allora disputa 33 partite, segnando 30 mete (ben 150 punti personali!) E’ l’esempio dell’evoluzione moderna dei giocatori che ricoprono la posizione di trequarti ala, interpretando meglio di chiunque altro quel ruolo. Savea è un giocatore oltremodo spettacolare: esplosivo nello scatto breve, con una possanza fisica gli permette di resistere a molti placcaggi e di continuare a pestare sulle gambe fino alla linea di meta, solido come un muro in difesa e sicuro sui calci alti, capace di accendersi in qualsiasi momento e di sbloccare un match, un vero e proprio incubo per le difese avversarie.

12 Wesley Fofana

(1)

Scegliere il miglior primo centro del 2015 non è stato affatto facile. Le alternative infatti erano molteplici e tutte valide: Matt Giteau, Ma’a Nonu, Damian De Allende e molti altri giocatori avrebbero potuto meritatamente vincere il titolo di “miglior n° 12 del 2015” per una ragione o per l’altra. Nostra scelta totalmente personale è stata premiare Wesley Fofana, giocatore elegantissimo in grado di tracciare traiettorie di corsa imprevedibili e temibile placcatore allo stesso tempo. La stella del Clermont riscontra qualche problema ad affermarsi pienamente a livello internazionale ma ogni anno figura sempre tra i primi posti nella classifica dei migliori rugbisti del Top 14.

13 Tevita Kuridrani

Discorso analogo anche per il miglior secondo centro. Anche qui è impossibile ignorare nomi come quello di Conrad Smith, strepitoso con gli Highlanders e con gli All Blacks, Jesse Kriel, giovane promessa degli Springbooks che ci ha mostrato il suo valore al Mondiale, o Jonathan Jospeph, reduce da un’ottima stagione col Bath, ma su tutti il nome più altisonante è quello di Tevita Kuridrani, probabilmente il giocatore che più di tutti è migliorato in assoluto nel giro di due anni, diventando uno degli uomini chiave dei Wallabies nel 2015.

14 Nehe Milner-Skudder

Soprannominato “Magic Man”, per via di una corsa spezzata ed elusiva che gli consente di far fuori qualsiasi avversario in campo aperto, Milner-Skudder è stata una delle ali che ha impressionato di più nell’ultima stagione di Super Rugby e che ha sicuramente contribuito nel portare gli Hurricanes in finale. In virtù di questa sua stagione fantastica nel massimo campionato dell’emisfero sud, è stato scelto dalla nazionale neozelandese, debuttando nel Rugby Championship l’8 agosto contro l’Australia. Convocato poi nella rosa dei 22 All Blacks per la RWC, ha confermato le aspettative nei suoi confronti, percorrendo ben 561 metri corsi palla in mano e arrivando al 2° posto nella classifica delle mete segnate nella competizione (6). Come se non bastasse, recentemente è stato eletto “giovane rivelazione dell’anno” in Nuova Zelanda.

15 Israel Folau

La stella australiana chiamata Israel Folau è esplosa prima in Aussie Rules, poi in Rugby League e infine nel Rugby a 15 stupendo tutti a suon di prestazioni, unendo doti atletiche sopra la norma dei comuni mortali a qualità tecniche strepitose. Folau è un fuoriclasse assoluto, dominante nel gioco aereo e imprendibile nell’1 contro 1. L’unica soluzione sarebbe provare a contenerlo, ma le poche volte che riesci a fermarlo, Folau smarca sempre il compagno libero vicino. E’, senza ombra di dubbio, il miglior estremo in circolazione nel rugby moderno.