La tappa la fanno i corridori, niente di più vero. Se l’asfalto è una saponetta chi chiede battaglia ha solo voglia di vedere cadute. Il Giro d’Italia viene da tre giorni di pioggia e non si è mai verificato quanto visto oggi, qual è la differenza fra l’Irlanda e l’Italia? L’asfalto.
Solo chi oggi era a Bari, in bici e sotto la pioggia è davvero consapevole dei rischi. Asfalto viscido ed un percorso cittadino, niente da invidiare al pubblico irlandese, tanto da invidiare alle strade. La domanda sorge spontanea: ma questo tracciato è stato asfaltato in previsione del Giro d’Italia? I corridori non si sottraggono alla corsa né alla possibilità di cadere ma oggi si era su delle strade dove la pioggia, neanche eccessiva, ha reso il manto stradale una pista di pattinaggio. Questioni di sicurezza, la prova provata è nelle immagini dell’ultimo giro, che per fortuna è stato neutralizzato: ad ogni curva una caduta. L’asfalto del Sud Italia, ebbene si. Purtroppo, da pedalatrice, non posso che confermare i pessimi asfalti di molte zone del Meridione. Una situazione facilmente evitabile se RCS avesse verificato prima quelle strade.
Assodate le condizioni pessime dell’asfalto bisogna anche capire chi ha colpa. RCS, società organizzatrice del Giro, delega ai comitati organizzatori delle singole tappe la maggior parte delle questioni pratiche. Ci sono poi dei supervisori che danno l’ok a quanto preparato dai comitati. Quindi, per quanto apprezzabile l’amore per la pratica sportiva palesata dalla città e dal comitato organizzatore, un amore ed un coinvolgimento che hanno anche un notevole costo economico, resta la pecca, decisamente comune nel centro-sud, ovvero le condizioni del manto stradale. La colpa però sarebbe da imputare a RCS che, evidentemente, ha chiuso un occhio su questo asfalto.
Le scene viste in tv, del comizio su due ruote, non è stato dei più belli ma neanche tanto deprecabile. Non è facile, in bici, metter d’accordo 220 corridori di nazionalità e lingue diverse. Scene che abbiamo già visto in passato e che non saranno mai brutte come l’immagine del capitano di una squadra di calcio che va a chiedere ad un delinquente se la partita di può giocare.
Per fortuna che c’è un raggio di sole ad illuminare questa tappa, si chiama Nacer Bouhanni. Purtroppo la sua vittoria è stata notevolemente oscurata dalle polemiche. Bisogna invece sottolineare che questo giovane corridore francese non solo è rientrato in gruppo dopo un incidente meccanico, avvenuto a due giri dalla conclusione, ma ha anche recuperato le ruote del treno Giant, dopo la rovinosa caduta innescata dai Cannondale, e sul rettilineo del traguardo ha realizzato una prograssione maestosa, con i complimenti in diretta di Re Leone, Mario Cipollini che di volate qualcosina ne capisce.