Nel 2013 raggiunse l’apice della carriera portando a casa il torneo più ambito da ogni tennista, i Championships di Wimbledon; poi il ritiro e, nel 2016, l’entrata in un tunnel che la fece diventare in poco tempo sempre più magra, tanto da rischiare la vita. Ora è tornata la luce e Marion Bartoli, la sportiva più amata/odiata di Francia, trova la forza di raccontare la sua esperienza ai media.
Le sfide sul campo erano nulla in confronto a ciò che fu costretta ad affrontare due anni dopo il suo ritiro dai campi. Andava a letto senza sapere se l’indomani ci fosse stato un risveglio, i capelli pian piano cominciavano a cadere, i denti iniziavano ad essere fragili, la diarrea non aveva mai fine, era cronica.
La sua magrezza oltre i limiti era finita sulle pagine dei tabloid internazionali e tutti le imputavano di essere entrata nel tunnel dell’anoressia. Ma non era così, dal momento che in quel caso si trattava di un problema psicologico, mentre lei era affetta da qualcosa di fisico. Era tutta colpa di una terribile malattia tropicale – di fatto senza nome – contratta durante un viaggio in India agli inizi del 2016.
Rientrata in patria dopo una settimana, fu colpita da un’influenza che non passava mai, poi stanchezza cronica e da lì il resto dei sintomi già elencati. Il virus, nel frattempo, era arrivato al sangue e stava distruggendo i globuli rossi. “Tonnellate di antibiotici”, una trasfusione di sangue e pian piano la scoperta del nemico da debellare e la lenta ma inesorabile risalita, anche attraverso quella finale di Wimbledon che guardava ossessivamente per sentirsi più forte, più vincente, più guerriera.
Ora Marion sta molto meglio, vive a Dubai, commenta il tennis in tv e presto giocherà alcuni match d’esibizione a Manchester. È diventata, inoltre, ambasciatrice di Parigi 2024, l’edizione olimpica che in patria vogliono fortemente e per la quale tanti sportivi si sono dati da fare per supportarla.
“Qualcuno, da lassù mi ha aiutata. E Dio forse voleva mandarmi un messaggio forte per ricordarmi di godere delle gioie della vita, perché troppo spesso ci dimentichiamo di essere felici”, afferma.