“Omofobi”, “giornalisti da bar”, “razzisti”, “il titolo riflette la pochezza di questo giornale”. Questi sono solo alcuni dei commenti dei lettori del giornale “Il Tempo”. Eh si perchè il noto quotidiano romano l’ha combinata bella grossa questa volta. Una notizia apparsa sul sito, in merito alla vicenda legata all’omosessualità del celebre nuotatore Ian Thorpe, riportava il seguente titolo: “Lo Squalo era un pesciolino rosa”. Un titolo di cattivo gusto che non è piaciuto ad alcuni lettori, e che non fa che alimentare stereotipi negativi, false credenze, pregiudizi, in una società dove quest’ultimi non dovrebbero più esistere.
Il 32enne nuotatore australiano, cinque volte campione olimpico, ha dichiarato la sua omosessualità davanti alle telecamere dell’emittente australiana Channel 10. Ma per quale motivo un atleta che ha vinto praticamente tutto, sbaragliato la concorrenza di altri grandi atleti, e per questo soprannominato “Lo Squalo”, dovrebbe improvvisamente essere definito un “pesciolino rosa” solo per aver ammesso la propria omosessualità? Forse perchè nella mentalità di un italiano medio, la persona gay è associata al debole, al diverso. Xenofobia, la paura del diverso, ma cos’è che ha di così diverso una persona omosessuale?
Forse, l’autore di questo articolo, è una di quelle persone che pensa che essere omosessuali, possa avere impatti negativi sulle qualità atletiche, intellettuali o di caratura morale di una persona. I risultati sportivi di Ian Thorpe sembrano però parlare chiaro e smentirlo. “Thorphe ha confessato” si legge nell’articolo, come se fosse l’autore di un omicidio, o avesse compiuto un reato ai danni dello stato. No grazie, non è questo il giornalismo che vogliamo!