Quando ho ricevuto il messaggio contenente questa notizia, credevo fosse uno scherzo. Ho guardato e riguardato il display del telefono per capire se fosse il primo di Aprile o no. Negativo. Tutto vero. Stando ad alcune fonti federali, infatti, il Brasile ha chiesto alla Fifa di aprire un’inchiesta per squalificare Zuniga – sul modello Suarez, tanto per intenderci – reo di aver concluso il mondiale di Neymar. Non è tutto: c’è anche una bella (e coraggiosa) lamentela sull’operato arbitrale, accusato di esser troppo influenzato dalle polemiche iniziali e dunque avverso alla Seleçao. Grasse risate. Ho verificato, confesso. Perché credevo si trattasse di uno scherzo, di una bufala. E invece no. Purtroppo.

Parliamoci tecnicamente, a livello di regolamento. L’intervento di Zuniga è privo di alcuna cattiveria e rappresenta un normalissimo contatto di gioco, punibile – al limite- con un cartellino giallo. Non di più. Contrasti così se ne vedono a bizzeffe, in tutte le partite e in tutte le competizioni. Il povero Neymar, a cui va tutta la nostra solidarietà, ha avuto la peggio. Ma reclamare questa assurda inchiesta e pretenderne una squalifica assume contorni piuttosto ridicoli. E ci dispiace che una Nazionale forte e storicamente affascinante come quella allenata da Scolari, sia assunta da comportamenti – a nostro parere – senza motivo d’esserci e secondo logiche poco comprensibili.

E saremmo tutti curiosi di sapere, a questo punto, quali influenze psicologiche abbiano avuto gli arbitri nei confronti del Brasile, tanto da danneggiarlo profondamente. E a noi non piace parlare dello svenimento di Fred, non piace ragionare con malignità nei loro confronti. Sbagliano come sbagliano i calciatori, gli allenatori. Sbagliano come sbagliano gli umani. Ma non si inizi a “mettere le mani avanti”, creare alibi e polemizzare anche laddove la polemica non serve.