Tempo di Mondiali, e questo ci pare che si sia capito. Gli uomini annaspano, tra appuntamenti e partite da guardare, si dimenticano pure gli anniversari. Le donne ci provano a seguirli ma proprio non capiscono perché sia così importante anche Iran – Nigeria. A proposito, se il vostro lui guarda Iran – Nigeria, rassegnatevi, ha l’amante. In questa prima settimana abbiamo assistito a diversi tipi di coppia: gli sportivi, i disinvolti, gli appassionati. Lui dedito ai mondiali e lei comprensiva. E poi ci sono loro: lui dipendente (dal calcio), lei incompetente.

Ecco le 10 cose che la donna incompetente (non me ne vogliate) in materia odia del suo uomo. Botta e risposta (all’incrocio dei pali):

1) Lei: ma una volta il calcio non si giocava solo la domenica?
L’epoca del “perché, perché, la domenica mi lasci sempre sola” è finita. Oggi per organizzare qualcosa col tuo uomo devi armarti di un calendario degli impegni calcistici in una mano, e un rosario nell’altra: prega che la sua squadra del cuore vinca.

Lui: cara, non di sola domenica vive l’uomo. Durante i mondiali si gioca ogni santo giorno. Anzi, ti dirò di più: ci sono tre partite al giorno, e quella di mezzanotte è decisamente la più figa. Peroni da tre quarti, frittata di cipolle e social libero. Tu vai pure a letto, ti raggiungo.

2) Lei: sintomi simili a quelli di una donna in fase premestruale.
Complice la sindrome – comune a tutti – del giocatore mancato, l’ansia da prestazione per la partita inizia a farsi sentire una settimana prima del match. Provate a rassicurarlo: “Amore, lo schermo è in 3D, ma tu la partita la seguirai comodamente da casa”.

Lui: non capisci che se non sono diventato un calciatore è solo per colpa di un ginocchio rotto. C’è sempre un ginocchio rotto nella vita di ogni uomo. Quelli più furbi si inventano un altro arto malandato, tipo il malleolo. Ma in quanto a classe non ho nulla da invidiare a Pirlo. Ho pure la sua età e mi sono fatto crescere la barba.

3) Lei: sono soltanto novanta minuti.
Alle nostre orecchie suona esattamente come: “È colpa dell’arbitro”. Fa parte delle bugie universali.

Lui: dagli ottavi in poi la comprensione sale a 120′, supplementari compresi. Fattene una ragione. O trovati un amante. Ma ti avviso: gli uomini che non seguono il calcio sono poco sportivi. Poi non tornare a dirmi che avevo ragione. Starò guardando una partita.

4) Lei: “amore da quando ci sei tu nella mia vita è tutto più bello. Come farei senza di te?! Sei l’uomo che ho sempre sognato, staremo insieme per sempre, ti amo” .

Lui: “Sì, cara”. E intanto l’Italia attacca. Ma ti sembra il momento per dirmelo? (pensa)

5) Lei: il calcio sta alla donna, come il gatto sta al cane.
Eppure cani e gatti che vanno d’accordo ce ne sono. Ma per un uomo non esiste donna che possa spiegare un fuorigioco senza fare del cabaret.

Lui: il fuorigioco è semplice. Un giocatore si trova in fuorigioco quando è più vicino alla linea di porta rispetto a quella del pallone e non ha fra sé e suddetta linea almeno due difendenti. Chiaro no? (Donne, copiate e incollate questa definizione. Il vostro uomo apprezzerà).

6) Lei: perché urlate?
Insomma. Riuscite a non cambiare espressione se vi viene detto che una bomba atomica sta per esplodere sul pianeta. Riuscite a non mostrare alcun segno vitale se vi portiamo a tavola il vostro piatto preferito. Riuscite perfino a fare l’amore in silenzio. Perché 22 uomini che corrono dietro alla stessa palla vi esaltano così tanto?

Lui: gooooooooollllllllll. Ah, gli uomini sono 26/29. Hai dimenticato le riserve.

7) Lei: memoria calcistica.
Si tratta di un cassettino nella loro testa che raccoglie tutte le nozioni riguardanti il calcio, partendo dal lontano 8 dicembre 1863. Si ricordano date, luoghi, orari, colonne sonore, perfino com’era il tempo. Ma quando vi siete conosciuti no, alla fine sono le emozioni provate che contano. Dicono.

Lui: nel 1950 l’Uruguay vinse al Maracanà battendo i padroni di casa del Brasile ai quali bastava il pareggio. Se succede anche questa volta ti sposo, lo giuro.

8) Lei: non ti degnano neanche di uno sguardo.
È possibile che tu non capisca che sta guardando la partita? Sì. È possibile sì, se nel frattempo mangia, beve, commenta in diretta live su Facebook, ma non ha tempo di darti un bacino.

Lui: l’hashtag per il bacio è #civediamodopoirigori

9) Lei: allo stadio o a casa non fa differenza.
Durante la partita il divano di casa viene usato come fossero gli spalti dello stadio, i balconi diventano le balaustre alle quali appendere le bandiere, e il cibo finisce ovunque.

Lui: e non ti dico se stiamo vincendo. Le posizioni diventano sacre. Se perdiamo quelli del divano devono mettersi in piedi, e quelli delle sedie a terra. Siamo nati allenatori, cambiare gli schemi è il nostro hobby preferito.

10) Lei: contemporaneamente, no.
Il vero problema degli uomini è che due cose contemporaneamente non le sanno fare. Ed è lì che il binomio calcio-donna crolla: del resto sono due forme d’amore, non andiamo nei dettagli.

Lui: ti pare che uno che guarda l’acqua mentre bolle in attesa di buttare la pasta possa fare due cose contemporaneamente? Amore, gli dai un occhio tu? Io vado a vedere la partita. Che fai, la guardi con me?

Lei: in fondo lo amo. Anche se è fissato.

Con la collaborazione di Francesca Viviana Pagano (Blogdilifestyle)