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Murray doveva essere e Murray è stato. Dopo la prematura uscita di scena di Djokovic, Andy era diventato il favorito del torneo e, infatti, poco fa ha vinto per la seconda volta a Wimbledon, conquistando il suo terzo Slam, dopo gli USOpen del 2012 e, appunto, Londra tre anni fa. Questa vittoria arriva dopo aver sconfitto in finale Raonic in soli tre set, come nel primo successo contro Nole. Proprio perché per la prima volta in finale è entrato in campo da favorito, Murray ha dovuto fronteggiare anche la pressione e questo, forse più del canadese, gli ha complicato le cose. Per il numero due del mondo è il titolo numero tre del 2016, dopo gli internazionali d’Italia e il Queen’s, il numero trentanove in carriera. Non avrà, però, molto tempo per godersi il successo perché il prossimo weekend sarà impegnato con la sua nazionale nei quarti di coppa Davis contro la Serbia, priva di Djokovic.

Murray – Raonic 6-4,7-6,7-6

Lo scozzese supera il canadese per la settima volta nel loro decimo incontro.
Il primo set si decide nel settimo game quando Murray ottiene il break sulla seconda palla break inducendo Raonic all’errore e lo conferma salendo 5-3. Lo scozzese aveva già avuto un’opportunità nel terzo game ma l’ha sprecata sbagliando il dritto. Andy realizza tre vincenti in più (12-9) e due errori non forzati in meno (4-6); stranamente solo un ace di Milos.
Nel secondo set Murray spreca ben quattro palle break: una subito nel primo game con un grave errore, un’altra nel settimo dopo una bella volée e due nel nono game. Si arriva, così, al tie break, vinto da Andy grazie a un grave errore di Raonic con la volée nel primo punto e poi ad una grande difesa dello scozzese sul 3-1. Un vincente in meno per Murray ma sopratutto soltanto due errori gratuiti a fronte dei quindici dell’avversario.
Nell’ultimo set arrivano le prime palle break per Raonic nel quinto game ma le spreca con due errori ( uno di dritto e uno di rovescio). Si giunge, quindi, ancora al tie break, conquistato ancora più nettamente da Andy che prende l’iniziativa e sale ben presto 5-0.
Complessivamente, lo stesso numero di vincenti (39-39) e, quindi, la differenza la fanno gli errori gratuiti, diciasette in meno quelli commessi da Murray.