Oggi è il giorno della verità per la Serie B. Oggi si decide se proseguire con ventuno club o ripescare il Novara. La Lega di Serie B ha già dato il placet per la riammissione del club piemontese, giudicato con i regolari requisiti per la partecipazione al campionato cadetto, abbandonato dal fallito Siena. Ma l’ultima parola spetta oggi al CONI, che dovrà valutare la situazione. In un articolo precedente abbiamo evidenziato i palesi motivi per cui una B a ventuno sarebbe un fallimento, che porterebbe un netto degrado alla seconda serie italiana. Ma ricapitoliamo senza problemi.

Intanto la regolarità del campionato. Il turno di riposo è stato da sempre un ostacolo importante per le squadre in corsa per obiettivi (insegna la Lega Pro della scorsa stagione) e metterebbe club di fronte all’ipotesi di non giocare anche per un mese, qualora qualcuno incappasse nel turno di riposo successivo alla lunghissima pausa invernale. Sarebbe un gioco da ragazzi, poi, orchestrare finali di stagione a pieno piacimento, consapevoli dell’assenza dal campo di una squadra. Non è questione di malizia, ma nel calcio è sempre meglio prevenire che curare (pensando ai modi in cui curiamo, poi). Proveranno a giocare un ruolo importanti anche le tv come Sky, che forzeranno e tiferanno per il ripescaggio del Novara da cui potrebbero derivarne tremila pacchetti legati alla Serie B. Si aspettava una B a venti. Tutti d’accordo. Però ne è fallita una sola e tifare per un’altra morte calcistica non segue un filo di moralità ed etica. Dobbiamo sperare di risollevare questo calcio e non affossarlo. E questo compromesso delle ventuno non giova a nessuno. Non ha un senso logico. Ed è per questo che ci aspettiamo tutti risposte positive dal CONI. Perché una B a ventuno non ha senso.