Anche i muri di Valdebebas sanno che tra Jorge Valdano e Josè Mourinho non corre buon sangue. La diatriba tra queste due grandi personalità del mondo del calcio è iniziata poco dopo che il tecnico di Setubal è diventato l’allenatore del Real Madrid. Le continue frizioni tra i due hanno spinto Florentino Perez nel maggio 2011 al licenziamento del campione del mondo 1986, direttore generale delle merengues dal 2009. Alla base dello scontro dialettico tra i due c’è il modo completamente diverso di intendere il gioco del calcio. Mentre per il portoghese conta soltanto vincere in qualunque modo possibile, a volte a discapito dello spettacolo, per l’argentino l’essenza del calcio non risiede nel risultato.

Se nel libro ‘Il sogno di Futbolandia’ Valdano critica apertamente i ‘risultatisti’ in generale affermando che “il calcio è un gioco bellissimo che i mediocri vogliono imbruttire nel nome del pragmatismo ed è un gioco primitivo che i rivoluzionari vogliono violare attraverso metodi ad ogni costo scientifici”, ne ‘Le undici virtù del leader’ lancia un invettiva pesante contro il neo tecnico del Chelsea.

“Intelligenza ed ego sono nemici. E quando si scontrano vince l’ego. Con lui non ci siamo capiti perché sta agli antipodi della mia sensibilità. Mourinho è un personaggio fatto su misura per questi tempi rumorosi e vuoti. Non ho mai sentito in pubblico o in privato una sua frase sul calcio degna di essere ricordata”.

Dopo queste parole, il duello a distanza è ufficialmente riaperto: siamo in attesa di una replica da parte dello Special One.