La corsa di Alessandro Florenzi verso la sua amata nonna è stata solo la goccia che ha fatto ricordare a tutti, addetti ai lavori e non, il calcio di una volta. Oggi, su Blogdisport.it, vediamo le differenze tra il mondo pallonaro degli anni ’90 e quello attuale, ormai martoriato da problemi.
Più spettacolo sugli spalti: inutile nascondersi dietro un dito. Negli anni ’90, le curve italiane erano bellissime colorate e con un tifo da far paura. Non c’erano leggi speciali per l’entrata allo stadio e tutto veniva raccontato in maniera genuina, nonostante qualche problema di fondo. Oggi, con Tessera del tifoso, trasferte vietate e quant’altro, anche recarsi negli impianti sportivi è diventata un’impresa.
Calciatori guerrieri: oggi assistiamo a giocate di calciatori che realizzano gol di un certo livello. Tutto bello, ma vogliamo mettere il coraggio di Tizio e Caio che combattevano nel fango senza pensare ai capelli “ingellati”? Il calcio di una volta era maschio si, ma dannatamente genuino e straordinario.
Le favole: c’era l’Udinese di Alberto Zaccheroni, il Vicenza di Francesco Guidolin, il Padova dell’americano Lalas e via discorrendo. Attualmente, invece, ascoltiamo solo notizie riguardanti sceicchi, trasferimenti milionari (che esistevano anche negli anni ’90, ma mai come l’ultimo periodo) che hanno rovinato lo sport più bello del mondo.
Le casacche da gioco: le multinazionali avevano ancora un pizzico di idee originali, con maglie realizzate in maniera molto sobria, senza dare nell’occhio (tranne qualche eccezione). Nel 2014, ma non solo, possiamo notare casacche ideali per una puntata dei Teletubbies in virtù di colori sgargianti.
Schedina e radiolina: è vero, verso la fine degli anni ’90, le pay-tv iniziarono a prendere piede, ma non in maniera importante. Esisteva ancora il fascino della radiolina, di “Tutto il calcio minuto per minuto” con la voce rauca di Sandro Ciotti, della sintesi della gara più importante che andava in onda su Rai 2 e quello del Borghetti, che aveva un costo irrisorio. Adesso, tutto questo, è solo un ricordo.