La nostra storia comincia il 16 luglio 2013. Jean Francois Gillet, portiere belga in forza al Torino, viene condannato dalla Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC a 3 anni e 7 mesi di squalifica per illecito sportivo nelle presunte combine di Bari-Treviso e Salernitana-Bari del campionato 2008-2009. La pena viene confermata anche in appello 2 settimane più tardi, e per il numero uno di Liegi la sentenza sembra sancire con disonore la fine di una carriera che lo vedeva protagonista da oltre un decennio in Italia. In particolare con la maglia del Bari, di cui era diventato amatissimo capitano e primatista assoluto di presenze in campionato (ben 353).
A 34 anni, e con l’amara consapevolezza di dover stare fermo per 3 stagioni, il futuro di Jean Francois Gillet è più che mai in bilico. Il giocatore è disperato, e proprio quando pregustava i Mondiali 2014 da titolare con la sua Nazionale si ritrova a dover gestire una mazzata tremenda a livello psicologico. A questo punto, impossibile negarlo, quasi tutti avrebbero pensato ad un futuro lontano dal calcio. L’estremo difensore belga non ci sta, è ferito ed umiliato ma non ha alcuna intenzione di mollare. Come spesso accade nella vita, e non solo nel calcio, sono in tanti a voltargli le spalle in questo momento di grande difficoltà. Comprensibile la delusione dei tifosi del Bari, travolti dalla vergogna dello scandalo calcioscommesse e increduli per il coinvolgimento del loro beniamino. Ma la maggior parte di loro non vuole credere a questa brutta storia, perchè Gil è sempre stato un professionista esemplare e ha lasciato un buon ricordo ovunque abbia giocato. Soffre maledettamente l’assenza dal campo, ma continua ad allenarsi e lavora sodo, incassando la fiducia dell’allenatore e dei compagni di squadra. E poi, chi meglio di lui sa come gestire queste situazioni: oltre 10 anni fa, pochi lo ricorderanno, fu il primo calciatore della storia in Italia ad essere rinviato a giudizio per doping. Era risultato positivo al nandrolone al termine di Bari-Reggina 2-1 del 21 gennaio 2001, e successivamente condannato a 4 mesi di squalifica. Salvo poi essere assolto dalla giustizia ordinaria. Anche in quel caso, Gillet finì nella polvere ma ebbe la forza di reagire e risalire la china.
Il classico deja vu. In questo difficile e solitario percorso di redenzione, il destino decide di offrirgli un altra chance di riscatto. Il 24 gennaio 2014 il TNAS riduce la squalifica a tredici mesi, e Gillet rivede la luce in fondo al tunnel. Ad agosto l’incubo è ufficialmente finito: certo, le gerarchie sono cambiate e adesso il titolare è Padelli, ma quanto è bello tornare a disputare anche una semplice amichevole estiva. Gil, però, non è tipo che si accontenta. In estate ha rifiutato diverse offerte, scegliendo di rimanere con la maglia granata perchè è consapevole che, prima o poi, arriverà l’occasione di riprendere il posto che gli spetta. Ironia della sorte, accade proprio nel suo Belgio: il Torino è impegnato a Bruges in una delicata trasferta di Europa League, e Ventura decide di affidarsi al rientrante Gatto di Liegi. Che non tradisce la fiducia, compiendo parate prodigiose e mantenendo inviolata la sua porta. Il resto è storia recente: Gillet è tornato inamovibile anche in campionato, il Torino ha ripreso a marciare ed il periodo negativo sembra solo un brutto ricordo.
Comunque la si pensi in merito alla vicenda calcioscommesse, quella di Jean Francois Gillet è una storia di grande dignità, coraggio e volontà. Eloquenti le sue parole, pronunciate all’indomani della gara contro la Fiorentina: “Quando tocchi il fondo, risalire è sempre difficile. Ci ho sempre creduto e ho aspettato il mio momento con serenità. Ho dato l’anima e adesso devo farmi trovare sempre pronto. Il pubblico? Emozioni forti, è anche questo il bello del calcio. Tanti applausi, bellissimo. La squalifica? Tutti possono parlare, tutti possono pensare quello che vogliono, ma solo io so quello che ho passato. Sono vicende brutte, difficili da gestire. Da fuori è facile giudicare“.
Gil, ci hai dimostrato che è sempre possibile rimettersi in carreggiata, rimediando agli errori commessi e superando le difficoltà. Bentornato!