L’Uefa ha da poco comunicato le decisioni inerenti alla gara Serbia-Albania sospesa la scorsa settimana. Si è optato per una sconfitta a tavolino per 3 a 0 a discapito dell’Albania, rea di essersi rifiutata di rientrare in campo dopo l’intervento della polizia e ritenendo così lo spettacolo inscenato dal drone ben più pericoloso delle innumerevoli violenze e intimidazioni subite, 3 punti di penalizzazione invece alla Serbia con annesso l’obbligo di giocare due partite a porte chiuse.
Un provvedimento più che mai inadeguato e anzi piuttosto pericoloso. L’Uefa infatti così facendo legittima pubblicamente le violenze negli stadi e questi episodi di razzismo, sottovalutando la questione e anzi minimizzandola visto che la gara delicata era proprio quella della scorsa settimana e non le prossime, in aggiunta il ritorno si giocherà regolarmente in Albania.
Il Portogallo ne esce vincitore visto che vede totalmente riaperto il discorso qualificazione ai danni della malcapitata Albania di De Biasi. L’Uefa dopo aver clamorosamente permesso nei sorteggi il verificarsi di questa delicata sfida balcanica (discorso diverso per Spagna e Gibilterra) e proibito la trasferta ai tifosi albanesi, risponde di nuovo con una sentenza insulsa e inappropriata. Ma d’altronde quando si ha un presidente Uefa come Michel Platini che dichiara pubblicamente che la guerra tra Serbia e Albania, a suo modestissimo parere, non sarebbe mai esistita e che nel drone avrebbe potuto esserci una bomba distruttiva, possiamo facilmente intuire il perché di questa decisione. All’Albania ora resta solo la possibilità di rivolgersi dell’arbitrato di Losanna.