Quando quel 2 maggio 1962 il Benfica vinse la Coppa dei Campioni ai danni del Real Madrid, in pochi si sarebbero immaginati il futuro europeo della squadra portoghese. In quella gloriosa notte un tale, chiamato Béla Guttmann, proferì parole che, dopo anni e anni, sanno ancora di sentenza. “Nessuna squadra portoghese vincerà più una Coppa dei Campioni per due anni consecutivi. E il Benfica per cento anni non si aggiudicherà una coppa europea”.

I titoli dei giornali dopo la separazione dal Milan
I titoli dei giornali dopo la separazione dal Milan

CHI E’ BELA GUTTMANN – La storia dell’ex allenatore del Benfica è strana, ma avvincente come un film poliziesco. Nato a Budapest il 27 gennaio 1899, Guttmann è stato un calciatore e, in seguito, un allenatore di calcio. Non ebbe molto successo quando indossava le scarpe con i tacchetti, ma altrettanto non può certo dirsi quando, per la prima volta, nel 1933, iniziò la sua carriera da tecnico. Esordì con gli austriaci dell’Hakoah Vienna con scarsi risultati, girovagando in varie parti del mondo, tra cui anche l’Italia. Guttmann si ispira a Herrera, il suo grande maestro da cui prende appunti, giorno e notte. Di animo ribelle, il tecnico ungherese, ma naturalizzato austriaco, allena nel nostro “Bel Paese” Padova, Triestina Milan e Lanerossi Vicenza. I rossoneri di Liedholm sono accecati dalla sua bravura ma, per cause ancora ignote, dopo un anno e mezzo, lo esonerano nonostante il primo posto in classifica. Guttmann, stranamente, non fece polemica andando ad accasarsi a Vicenza, senza risultati soddisfacenti.

Guttmann con Eusepio ai tempi del Benfica
Guttmann con Eusepio ai tempi del Benfica

L’INNESTO DEL 4-2-4 – E’ stato il Brasile la vera fortuna di Guttmann. Complice l’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, l’allora compagine dell’allenatore, l’Honved, è costretta a girovagare per tutto il globo, richiedendo asilo politico proprio nel Paese brasiliano. Nella nazione sudamericana, il tecnico inventa il 4-2-4, modulo vivace e offensivo che ha molto successo. Tanti trofei che gli valgono prima la chiamata del Porto e, poco dopo quella del Benfica.

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LA MALEDIZIONE – Con gli “Encarnados” vince immediatamente il campionato portoghese e una Coppa dei Campioni, battendo 3-2 il Barcellona. Ma l’anno dopo è quello del capolavoro targato Guttmann. Ad Amsterdam, il suo Benfica batte 5-3 il Real Madrid al termine di un match emozionante, aggiudicandosi per la seconda l’ambito trofeo. Si narra che, durante l’intervallo, quando la gara era sul 3-2 per gli spagnoli, “Bela” disse “Sono morti, la partita è nostra”. E cosi fu. Poi lanciò l’anatema, causa mancato premio che il club portoghese non volle concedere al tecnico, con il Benfica che, da quel momento in poi, perse 8 finali europee, compresa quella della Youth Champions League (la più importante competizione a livello giovanile) col Barcellona di pochi giorni (3-0 per i blaugrana).