Mario Macalli, presidente Lega Pro

E alla fine i conti vennero a galla. 40 voti contrari, 2 astenuti e 25 favorevoli: non passa la linea-Macalli. L’assemblea di Lega Pro riunitasi quest’oggi a Firenze con voto pubblico e accesso vietato ai giornalisti (male, molto male) si preannunciava infuocata, e le attese non sono state tradite dai fatti: “no” all’approvazione del bilancio 2013/2014, con un passivo di 1.2 milioni di euro a gravare sulla Lega con sede a Firenze, e una fronda contraria alla permanenza del 77enne Macalli in presidenza sempre crescente. Tanti i temi oggetto di dissidio nel tempo: dalla divisione dei soldi alla spartizione dei contributi, fino all’ala dei dissidenti ingrossata da Gabriele Gravina e dall’ex direttore generale Francesco Ghirelli. E così è maturata la sfiducia. E addio al vecchio che avanza.
«Se qualcuno ha detto che questo bilancio non va bene, dovrà anche fornire le motivazioni-ha spiegato Macalli al termine dell’assemblea-Non sento sfiducia nei miei confronti, sento un malessere collettivo che è stato alimentato anche molto da promesse che non esistono». All’orizzonte potrebbero esserci nuove elezioni? «Obiettivamente non lo so-replica Macalli-E’ possibile di tutto. Se vogliono fare le elezioni, io le faccio. Non ho nessuna remora da questo punto di vista. Non ci vuole uno scienziato atomico per capire che c’e’ un malcontento che viene cavalcato». Ma la colpa è sempre degli altri, presidente?

A cura di Luca Guerra (Twitter: @GuerraLuca88)