Botte da orbi a distanza tra Lukas Podolski e Arsene Wenger. Il calciatore dell’Inter, dopo aver lasciato l’Arsenal ha deciso di esprimere il proprio dissenso per la gestione del tecnico francese. “Giocavo poco, e quando sono andato via non mi ha nemmeno salutato. Mi ha mancato di rispetto”.

Bene, anzi: male. Crediamoci e prendiamo per buone le parole di Podolski, che si sente non rispettato per non essere stato salutato. E ha ragione. Nella sostanza, non nei modi. Esternare un pensiero del genere, essendo ancora di proprietà dell’Arsenal, appare quantomeno fuori luogo. Un attacco gratuito, probabilmente giustificato e a ragion veduta, ma dai tempi e dai modi sbagliati. Quanto meno inopportuno.

E Wenger, dal canto suo, risponde. Alla stampa inglese racconta di aver parlato più volte con Podolski, di avergli spiegato le ragioni dell’addio che si sarebbe consumato di lì a poco. “Ho tanti attaccanti validi, ma devo scegliere una squadra da 11 calciatori”. Comprensibile. E poi sembra quasi minacciare: “Fa ancora parte dell’Arsenal, a Giugno torna qui”. Magari a dirgli che gli ha mancato di rispetto, ma faccia a faccia. Nello spogliatoio. Come si dovrebbe fare.