Era il 17 luglio dello scorso anno quando, in un’intervista rilasciata un importante giornale nazionale, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis parlò di Scudetto. La parolina magica che, ogni volta, manda in estasi i tanti tifosi partenopei che sognano di essere nuovamente Campioni d’Italia dopo quel memorabile 29 aprile del 1990. In quella occasione, in azzurro giocava un certo Diego Armando Maradona, l’unico calciatore che, forse, può mettere d’accordo gli appassionati di calcio dell’intero globo. Anni lontani, però, considerata la stagione del Napoli che ha più volte pagato il biglietto di quella giostra chiamata “montagna russa”, alternando prestazioni rilevanti a incontri che possono fare amicizia con il numero 90, ovvero quello della paura.
In estate, il numero uno degli azzurri, quello che fa i film (direbbe qualcuno) – ha venduto Cavani per la bellezza di 64 cucuzze, acquistato Higuain per quasi 40 milioni, tappando così la “falla” offensiva che si era creata dopo la cessione del “Matador”. L’ex attaccante del Real Madrid è un ottimo calciatore, capace di sobbarcarsi l’intero reparto offensivo sulle spalle, ma se una squadra vuole inanellare successi ad alti livelli, deve puntare sull’arrivo di altri elementi che somiglino al profilo vincente dell’argentino. Al di là del classe ‘87, tra il mercato estivo e quello di riparazione, Bigon ha portato sotto le pendici del Vesuvio calciatori che rispondono ai nomi di: Reina, Henrique, Albiol, Ghoulam, Jorginho, Callejón e Mertens.
Parliamoci chiaro, solo gli ultimi due citati hanno risposto presente alle attese di una piazza assettata di trofei, mentre gli altri elementi della rosa, da Hamsik al portiere spagnolo arrivato in prestito dal Liverpool, non hanno quell’apporto necessario per raggiungere le primissime posizioni di classifica. E Rafa Benitez? Il tecnico iberico, dopo l’altra sfortunata parentesi italiana con l’Inter, sia in campionato che in Europa ha fatto peggio (o quasi) del suo predecessore Mazzarri, anche se, lontano dalla costiera amalfitana, la malasorte ha giocato un ruolo fondamentale in tal senso. Se in Champions League, non sono bastati ben 12 punti in un girone di ferro, stessa cosa non può certo dirsi riguardo il campionato e l’Europa League, dove gli azzurri si sono comportati come un adulto che perde a braccio di ferro contro un 13enne sifilitico.
Forse sta qui il problema del Napoli, costruito, secondo le parole del presidente e dei dirigenti, per contrastare la forza della Juventus e lottare per il tricolore. Invece, in virtù di una serie di partite giocate in malo modo e punti lasciati per strada contro le cosiddette “piccole” (ma non solo), gli azzurri si ritrovano a 22 lunghezze dalla truppa allenata da Antonio Conte. Un’ipotetica vittoria nella finale di Coppa Italia, che il prossimo 3 maggio si giocherà a Roma contro la Fiorentina, salverebbe in parte un anno di transizione per il Napoli che, prossimamente, dovrà necessariamente puntare alla vittoria di una competizione importante.
Per adesso, complice il secondo posto perso ai danni della Roma, che costringerà Pandev e compagni a terminare anzitempo le vacanze per i preliminari di Champions League, l’umore in casa partenopea non è dei migliori. Secondo i maggiori quotidiani nazionali pare, infatti, che Benitez voglia lasciare dopo un solo anno la Campania, con Massimiliano Allegri in pole per la sua successione. I motivi di questo presunto abbandono? I possibili dissidi con Aurelio De Laurentiis, il Centro Sportivo di Castel Volturno che, secondo il manager spagnolo, andrebbe ritoccato e il denaro da investire sul mercato 2014/15. A questa lista, si aggiunge il litigio tra Behrami e Inler, causa parole dell’agente del numero 88, che hanno infuocato uno spogliatoio alle prese con numerosi mal di pancia, oltre ai malumori di una parte della tifoseria che certamente si aspettava qualcosa in più da questa annata. Altro che fatturato…