Il gallo biancorosso legge il titolo del film sulla curva dello stadio San Nicola.

Quella del Bari, l’anno scorso, è stata una stagione meravigliosa, col sogno Serie A sfuggito solo ai playoff, in semifinale, senza per giunta perdere né all’andata, né al ritorno contro il Latina. Ma è stata anche una stagione fallimentare, che ha visto i Matarrese portare i libri contabili in tribunale e uscire di scena dopo quasi quarant’anni di presidenza. In un film, concentrato perfetto di emozioni, storie e sensazioni, è stato quindi facile per Mario Bucci (regista) e Fabio Fanelli (autore) fondere le due facce di una squadra sola e trasformare quella scorsa in “Una meravigliosa stagione fallimentare” per i biancorossi. Abbiamo visto in anteprima la pellicola, ecco come ci è sembrata.

ALESSANDRO: Sai cosa mi è piaciuto del film? Che attraverso la storia di una squadra di calcio è riuscita a raccontare le emozioni di una città.

MARCO: Mi è piaciuto moltissimo che sia emerso il punto di vista della squadra. Un gruppo straordinario di ragazzi che, nonostante le difficoltà, sono riusciti a gettare il cuore oltre l’ostacolo sfiorando un’impresa che sarebbe stata leggendaria.

ALESSANDRO: Già! Un gruppo di calciatori che ha ignorato per un bel po’ di mesi l’aspetto economico e ha ricordato a tanti e insegnato a molti che il calcio resta fondamentalmente un gioco. Prima di tutto dei ragazzi, insomma.

MARCO: Infatti! Il film ci fa capire una cosa banale ma spesso colpevolmente trascurata anche dagli addetti ai lavori: l’importanza dell’aspetto umano ed emozionale. Le motivazioni, la voglia di raggiungere un obiettivo apparentemente impossibile e la straordinaria alchimia con la città sono stati gli ingredienti esplosivi di una stagione irripetibile.

ALESSANDRO: Sullo sfondo due personaggi chiave: il gallo, simbolo di una squadra, e la bambina, simbolo di una tifoseria che COL fallimento ha trovato la speranza di rinascere. Una femminuccia anche come provocazione: si dice “la” Bari o “il” Bari? E’ un eterno dilemma.

MARCO: In sintesi, lo definirei un film con personaggi reali che ti coinvolge anche senza essere necessariamente tifosi. Con un significato che valica i confini locali, perchè questa storia poteva capitare anche altrove. E che, indipendentemente dall’epilogo, ti lascia con la piacevole sensazione che i sogni, anche quelli impossibili, vanno inseguiti e possono essere realizzati. Ma che scena ti ha colpito in particolare? A me è rimasto impresso il ritorno della squadra in aeroporto dopo l’eliminazione ai playoff, con l’abbraccio quasi soffocante della tifoseria e l’incredulità dei calciatori, che non si aspettavano un’accoglienza così affettuosa dopo una sconfitta sportiva

ALESSANDRO: La scena che mi ha colpito di più, oltre quella che tu hai citato e che rende l’idea del perché valesse la pena realizzare un film per raccontare questa storia, al di là del finale, è stata senza dubbio l’esultanza di Giovanni Loseto durante Bari-Novara. Perché dimostra che il calcio, quando rimane il bel gioco che è, ci fa tornare tutti magicamente bambini. E’ il bello dello sport. Il mio “priscio”.

MARCO: Alessandro, non sono un critico cinematografico ma in conclusione mi sento di consigliare a tutti questo film. Perchè emoziona e farà venire venire “il priscio” anche a chi non è tifoso della Bari.

ALESSANDRO: Sono d’accordo con te. La storia del Bari versione 2013/14 è universale. Società e città sono state epicentro di una meravigliosa stagione fallimentare, di una fantastica storia sportiva. Sentiamo cosa dice del film l’autore Fabio Fanelli, che abbiamo intervistato a caldo dopo la proiezione in anteprima della pellicola.

Ecco il trailer di Una meravigliosa stagione fallimentare:
http://www.youtube.com/watch?v=1B4sFoQxiR0

Ecco alcune foto tratte dal film:

(a cura di Alessandro Patella e Marco Giorgio)