Sul fatto che dopo i botti di Podolski e Shaqiri fosse necessario cedere qualcuno, erano d’accordo un po’ tutti, così come tutti erano consapevoli, visti i tempi da fair play finanziario che stiamo vivendo, che qualche sacrificio dovesse esserci. Tutti o quasi erano pronti ad indicare i vari Handanovic, Guarin, Icardi, Kuzmanovic e compagnia, come i possibili candidati alla cessione ed invece no. Ad aver fatto clamorosamente le valigie, o quasi, sono Bonazzoli e Duncan.

Ed ecco che tornano i dubbi. Perché fino a questo pomeriggio, quando la trattativa con il club blucerchiato è stata resa nota, tutti erano convinti di conoscere le intenzioni dei dirigenti nerazzurri, di Thohir in primis. E invece ecco la beffa. L’Inter cede Duncan (già alla Sampdoria) definitivamente e fissa per giugno la cessione del promettente Bonazzoli, quasi a voler dire: “prima di darvelo, gli insegniamo qualche altro ‘trucchetto’ del mestiere!” Ecco quindi che la parola PROGETTO, tanto usata e troppo spesso abusata inizia a sgretolarsi a partire dalle fondamenta.

Il problema principale per chi è attento alle vicende nerazzurre consiste nel valutare se quello interista sia un progetto che miri ai prossimi anni, o un piano d’azione che punti all’immediato. Con l’arrivo di Roberto Mancini è diventato palese che la dirigenza lombarda miri a far tornare grande l’Inter, ma certamente non ci si aspettava lo avrebbe fatto in questo modo. Cedere Bonazzoli e Duncan, che nella finestra di gennaio si aggiungono al terzino Mbaye e a cui segue Krhin, tutti e quattro plasmati dall’Inter, significa rinunciare al futuro e mirare al presente, all’immediatezza. Privarsi di loro significa avere pronti dei degni sostituti che li possano rimpiazzare oggi e tra qualche anno. La demolizione della primavera interista continua senza sosta, dopo l’iniziale rallentamento, successivo all’alt di Thohir ed al suo “non venderemo i nostri giovani!”

La cessione di Duncan può anche essere accettata se si decide di affidarsi alle voci che vogliono Tourè vicino alla firma per il prossimo anno, ma ciò che proprio non si riesce a digerire è la cessione dell’attaccante dell’under 21. La sua vendita, significa voler puntare ancora su Icardi, uno che passa più tempo a scattare selfie after sex piuttosto che a giocare per la squadra, uno per cui Osvaldo con la sua folle corsa in Juve-Inter l’avremmo perdonato un po’ tutti. Puntare su Icardi potrebbe essere pericoloso, anzi pericolosissimo, soprattutto perché a discapito di quanto voglia comunicare con gli amati social, lui alla maglia ci tiene poco, quasi niente. Un giocatore che a ventidue anni già litiga sul come spartire i propri diritti d’immagine, manco fosse Ronaldo, uno che sarebbe il primo a preparare la valigia ed a trasferirsi altrove nel caso in cui le proposte economiche dell’Inter dovessero iniziare a sembrargli poco valide. Diventa quindi chiaro che realizzare un progetto ponendolo come perno sia azzardato, se non addirittura improbabile.

Ecco che le perplessità dovute alla rinuncia di Bonazzoli sono più che naturali, anche alla luce dei casi Longo e Destro, entrambi cresciuti nel vivaio ma con il primo che si è praticamente perso nonostante le premesse e con il secondo che ora si è addirittura trasferito dai cugini rossoneri.
Queste sono tutte decisioni che fanno pensare e sperare che questo sia un piano d’azione e non un progetto. Decisioni che creano e creeranno discussioni, ma che non è detto si rivelino errate.