Albano e Romina fanno fare il boom di ascolti a San Remo. Un viaggio nel passato, un ritorno al futuro in un paese che forse cosa significhi futuro non lo ha ancora capito benissimo. In un paese che naviga nell’immobilismo più becero e radicale, c’è spazio anche nella cultura per un viaggio a ritroso, andando a ripescare vecchi personaggi sempre attuali. Albano e Romina sono gli ospiti d’eccezione della prima serata del festival di San Remo. E siamo nel 2015. Raffaella Carrà conduce un programma in prima serata sullo stesso canale il Venerdì sera. E siamo nel 2015. E il presidente della Repubblica viene dalla Democrazia Cristiana, che si è dissolta lasciando macerie che non si dissolveranno mai. E siamo nel 2015. Ma di questo passo potremmo essere anche nel 2115.
“Pronto Raffaella?” e “Felicità”. Quando andavano in onda il programma della Carrà e Albano e Romina facevano impazzire San Remo io non ero ancora nato. Ma la sorte, e l’abitudine tutta italiana di continuare a vivere in un passato che quanto sia glorioso ce lo dirà solo il futuro (semmai ci sarà posto), mi hanno permesso di ovviare a questo peccato originale. C’è spazio anche per la mia generazione. Per assistere a San Remo con Albano e Romina Power, e per guardare più o meno addormentati sul divano la Carrà. Non per un presidente della Dc, perché a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 c’era l’eccezione Pertini.
Ma a questo punto, da buon calciofilo, voglio di più. Rivoglio il calcio degli anni ’80. Le lotte tra Juventus e Roma, che poi ci sono anche oggi ma vengono combattute in maniera diversa. Quell’effetto vintage che suscita anche in chi non ha potuto vivere un calcio che sembra lontanissimo nel tempo. Voglio scrivere un articolo sul fatto che Bearzot avrebbe dovuto convocare Pruzzo, e non Paolo Rossi. Perché è immorale. E poi esultare per l’Italia campione del mondo, ed esaltare Paolo Rossi come uno dei più grandi di sempre. E voglio raccontare uno scudetto della Juventus con Scirea nel ruolo di libero. Un ruolo che scomparirà dal calcio, per lasciar posto ad un atteggiamento però ancora più difensivista e meno spettacolare. E la roma del Barone, che per eleganza avrebbe tanto da insegnare a Rudi Garcia.
E mi sarei perso, volentieri, la querelle tra Juventus e Milan sulle immagini tv. Che ai tempi di 90esimo minuto non sarebbe nemmeno stata concepita. Rivoglio il Catanzaro in Serie A, perché ho nostalgia di un qualcosa che non ho potuto vivere. E a cui il tempo, al contrario di Raffaella Carrà e Albano, non mi permetterà di rimediare. Perché il calcio evolve, velocemente. Per scoprire poi che si ha nostalgia, anche delle piccole cose. Forse non di un Milan che veniva retrocesso allora, e che oggi è comunque in acque cattive. E tra qualche mese non ci sarà nessun mondiale da vincere in Spagna. Perché tutte queste cose, ma proprio tutte, son successe nel 1982. Quelle più belle però, almeno per ora, e quel calcio non si ripeteranno. Come canta(va) qualcuno…felicità.