In fin dei conti non avevano tutti i torti… Il mare d’indignazione dovuto alla celerità con cui in casa Wolfsburg avevano gridato al colpaccio all’indomani dei sorteggi, definendo l’Inter come una delle squadre meno ostiche tra le papabili, da stasera non può non essere sostituita da una valanga di rassegnazione nel constatare che in fin dei conti, la loro non era poi stata un’analisi del tutto sbagliata.
Eppure la partita era iniziata benissimo per i nerazzurri che già al 5’ erano passati in vantaggio grazie al gol di Palacio, in un primo tempo in cui a dominare era stata senza dubbio l’Inter e che nonostante il pareggio raggiunto dai padroni di casa con Naldo al 26’, non aveva certo demeritato. Gol del pareggio arrivato su angolo, quasi a rappresentare un campanello di allarme in una partita che tra errori della retroguardia e pasticci di Carrizo è passata dall’essere un sogno all’assomigliare ad un incubo. Nella seconda frazione di gara l’Inter si vede molto meno e il Wolfsburg ne può approfittare portandosi prima in vantaggio grazie al malinteso tra Carrizo e Juan Jesus e siglando addirittura il terzo gol su punizione, complice una smanacciata dello stesso portiere argentino. Un 3-1 finale che non lascia certo tante speranze ai nerazzurri, pur non chiudendo del tutto le porte ad un mezzo miracolo calcistico.
Una partita a totali tinte nerazzurre, nel bene e nel male. Nel bene perché, in fin dei conti, nel primo tempo la squadra aveva dimostrato di poter reggere il peso tecnico degli avversari. Nel male perché il primo match della doppia sfida è scappato di mano per pochissimi meriti dei tedeschi e tantissimi demeriti dei nerazzurri. Sul banco degli imputati, oltre ad una retroguardia imbarazzante non può non salirci Mancini, che sul risultato fermo sull’1-1 manda fuori Hernanes per far entrare un difensore (Vidic), passando ad una difesa a cinque inspiegabile alla luce della mezz’ora di gioco all’orizzonte e che nonostante il ripensamento arrivato all’82’ non ha fatto altro che orientare in negativo l’esito del match. Di fatto dal 60’ l’Inter perde completamente il pallino del gioco, le geometrie a metà campo passano completamente nelle mani dei verdi lupi tedeschi che possono così dilagare, gettando nello sconforto i trecento tifosi ospiti. A ciò si aggiunge una incredibile sterilità degli attaccanti che vede prima Palacio e sul finire della partita Icardi, mancare due gol già fatti e che avrebbero in entrambi i casi cambiato le sorti della sfida.
Sia chiaro che la qualificazione è tutt’altro che impossibile, ma è indubbio come i piani, in vista della prossima gara si siano complicati non poco. Nel match di ritorno servirà un’Inter molto più concentrata e diversa, oltre ad un Mancini più sicuro dei suoi uomini e con le idee un po’ più chiare.