Lo possiamo dire senza troppi giri di parole: siamo un paese ipocrita. Ci vergogniamo, a ragione, davanti a striscioni rivoltanti che “ricordano” alcune tragedie sportive ma in molte occasioni siamo pronti ad appoggiarli, anche indirettamente. Il caso del “Grande Torino” ne è una perfetta dimostrazione. In questi casi, la Lega dovrebbe prendere provvedimenti e a fare in modo che questi avvenimenti siano ricordati non in modo macabro, ma con il dovuto rispetto. Al di là dei colori e della propria fede, i morti di Superga o dell’Heysel devono essere omaggiati e non calpestati. In Italia purtroppo non è così.

In questo paese e nel nostro calcio malato da troppo tempo, dove i tifosi non contano nulla, la Lega ha preso una decisione scriteriata: Chievo-Torino, incontro valevole per la trentaseiesima giornata di campionato, si giocherà il giorno 4 maggio alle ore 15,00. La domanda che tutti si sono posti è: ma chi gestisce il nostro calcio può non ricordarsi che il 4 maggio è una data fondamentale della storia del club granata? Evidentemente sì.

Quella data, da sessantacinque anni a questa parte, è dedicata al ricordo di quel Torino che non appartiene solo ai tifosi granata. La squadra di Valentino Mazzola, che ritornava da una trasferta in terra lusitana, fu anche l’emblema della rinascita italiana dopo la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, la nazionale azzurra comprendeva ben dieci calciatori di quella compagine formidabile. Quei morti vengono onorati ovunque, tranne che qui. Dal Portogallo, precisamente da Lisbona, sono arrivate lezioni di rispetto: I dirigenti e tifosi del Benfica hanno dimostrato solidarietà ai tifosi ed al club granata.

Questo calcio, ormai da anni, è diventato un business: si gioca a tutte le ore per accontentare televisioni ed incamerare soldi a bizzeffe ma non si riesce a spostare una semplice partita di calcio perché “ogni spostamento avrebbe comportato un disallineamento fra squadre in lotta per le coppe o la salvezza”. Queste parole di Beretta fanno raggelare il sangue a tutti gli sportivi italiani, a tutti coloro avessero avuto voglia di celebrare l’invincibile Torino.

Il lutto al braccio è soltanto una soluzione di facciata che serve a ben poco. Fortunatamente c’è ancora chi riesce a tenere in vita il nostro calcio: il presidente Urbano Cairo ha deciso di organizzare un volo charter a sue spese, che consenta ai giocatori e allo staff di raggiungere rapidamente il colle torinese di Superga, teatro della tragedia, dopo aver disputato il match a Verona.

L’idea proposta dai tifosi, ovvero quella di non presentarsi a Verona, non sarebbe stata una cattiva scelta ma le possibili sanzioni della Federazione avrebbero potuto penalizzare immeritatamente il Torino che sta disputando un campionato magnifico. Tuttavia, i signori della Lega farebbero bene a nascondersi piuttosto che manifestare il proprio spirito ipocrita.