Durante le festività pasquali si è diffusa la notizia sul brusco rifiuto da parte di Icardi dell’offerta di rinnovo contrattuale presentatagli dall’Inter. Uno stop giunto come un fulmine a ciel sereno, perché arrivato qualche ora dopo le dichiarazioni dello stesso calciatore argentino che aveva promesso amore incondizionato all’Inter almeno fino al termine del suo contratto. L’interruzione momentanea delle trattative, a quanto pare già riprese, ha attirato l’ira dei tifosi nerazzurri in parte delusi dalla società ed in parte dall’attaccante. A mente fredda, analizzando la vicenda appaiono almeno due buoni motivi che potrebbero giustificare il rifiuto dell’attaccante argentino.
Il motivo principale è senza dubbio l’ingaggio. Ad oggi lo stipendio di Icardi è fermo ad un milione più bonus, la cifra cioè pattuita all’epoca del trasferimento dell’argentino dalla Sampdoria all’Inter. Per la precisione ad oggi Icardi guadagna meno del tanto discusso capitan Ranocchia (2,2), Brozovic (1,4), Kuzmanovic e Kovacic (1,5), Campagnaro e Medel (1,6) Juan Jesus (1,4) e Nagatomo (1,3). È naturale dunque che il bomber argentino arrivato a 20 reti stagionali con la maglia nerazzurra, pretenda qualcosa in più, rifiutando l’offerta da 2,6 milioni che lo lascerebbe dietro a giocatori come Vidic (3,2), Palacio (3,2) e Guarin (2,8). Non è un mistero che l’attaccante argentino miri a diventare una stella dell’Inter alla stregua dello svizzero Shaqiri, che può contare su un ingaggio che oscilla tra i 2,75 ed i 3 milioni.
Ad una disparità di trattamento economico inusuale (visti i valori dimostrati sul rettangolo verde) si aggiunge la problematica legata alle ambizioni della squadra. Nonostante l’arrivo di Mancini e le buone premesse di gennaio, l’Inter a fine stagione difficilmente riuscirà ad arrivare in Europa League, condannando Icardi a rinunciare all’Europa che conta per la terza stagione consecutiva. Da ciò ne consegue che per trattenere un giocatore ormai noto a tutte le big d’Europa sia necessario soddisfarlo se non sportivamente almeno economicamente.
Le richieste economiche del sudamericano dunque pur apparendo esagerate per un ragazzo di soli ventidue anni, appaiono più che giuste alla luce di quanto il giocatore ha mostrato in quella che si preannuncia come la sua migliore stagione da quando è a Milano. È lecito però che l’Inter ponga le condizioni per lei più vantaggiose e che valuti attentamente se cederlo per far cassa e ricostruire la squadra o trattenerlo con uno sforzo economico che implicherebbe il sacrificio nella prossima finestra di mercato di uno dei pochi big rimasti.