Nemo propheta in patria. Detto antico quanto valido ancor’oggi, si adatta al meglio alla storia di Alessandro Marzuoli, portiere nato nel 1984 a Pescara che in carriera ha collezionato un percorso di vita originale, che l’ha portato da Renato Curi, Angolana, Atessa, Casarano, Francavilla e Pro Vasto in giro per l’Europa, prima in Grecia (Olympiakos Volos), poi in Olanda (Oss), ancora in Bulgaria (Marek), sempre tra i confini della seconda e della terza divisione nazionale, fino all’approdo in Finlandia, avvenuto nel 2010 passando dalla Vps, la prima serie, e successivamente scendendo al Futura, in quella che è la nostra Lega Pro, fino ad arrivare a vestire la maglia dell’AC Oulu, in Ykkönen (seconda divisione) con l’AC Oulu: domenica scorsa, durante la gara valevole per gli ottavi di finale di Suomen Cup contro il Kemi, ha realizzato al 95’ la rete del 3-3 che ha mandato la gara prima ai supplementari, poi ai rigori, grazie ai quali la sua squadra ha poi passato il turno, accedendo ai quarti. Una rete che l’ha riportato alla ribalta delle cronache, dove era già passato quando nel 2006, dopo un infortunio alla schiena, aveva deciso di lasciare Pescara e di inviare così un curriculum via mail, con relativi video, agli agenti iscritti sul sito Fifa, proponendosi. “Mi piace viaggiare -racconta- è sempre positivo vivere a fondo un’altra realtà”.

Una gioia inattesa quanto inusuale, arrivata all’ultima curva, come Marzuoli spiega a blogdisport: “Il goal non me lo sarei mai aspettato credimi, poi in una squadra in cui sono appena arrivato e con questo goal già li ho conquistati: non è la prima volta che tento perché mi sembra giusto provare il tutto per tutto se sei sotto di un goal. Ma questa volta è stato assurdo: era il 92esimo, secondo di cinque minuti di recupero. La squadra avversaria vinceva 3 a 2 e si trovava nella nostra meta campo a perdere tempo tra rimesse laterali e calci d’angolo: diciamo che ormai avevamo il morale giù e pensavamo già alla sconfitta, quando su un corner sono corso nell’area avversaria chiamando tutti i compagni e mentre facevo questo il mio compagno aveva già battuto: vedevo la palla che mi stava scavalcando però si stava abbassando velocemente così ho fatto due tre passi alla mia sinistra e mi sono lanciato di testa come per fare una parata. Ho sempre detto fare una grande parata è come fare un goal ma ora ho cambiato idea provando questa sensazione”.

Giramondo per vocazione, Marzuoli è un’inedita versione di self-made goalkeeper: “Fino ad ora ho fatto una buona carriera-spiega Alessandro ai nostri microfoni-e sono riuscito a visitare parecchi paesi che mi hanno dato tanto ed è bello vivere di calcio: la cosa che mi rende orgoglioso della mia carriera è che me la sono costruita da solo, quello che magari mi è stato negato in Italia me lo sono andato a prendere lo stesso ad un altra parte in vari paesi che mi hanno adottato. Dopo il Pescara sono stato in squadre di eccellenza per non perdere la forma, ma nel frattempo mi sono fatto un video da solo un bel curriculum e ho iniziano a mandarlo in tutta Europa, a squadre e procuratori senza pausa: così è iniziata l’avventura”. Un’avventura che da cinque anni lo vede nella penisola scandinava: “Tendenzialmente sono più freddi, è vero, ma poi con il passare del tempo si instaura un rapporto normalissimo, sono delle persone estremamente corrette. Sto apprendendo molto dalla loro cultura e sto migliorando la mia persona non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello umano”. Un sogno nel cassetto resta vivo: “Giocare in Inghilterra-ammette Marzuoli- perché penso si il regno del calcio: ci provo da tanto tempo e non mi arrendo, ma se viene una offerta da una squadra dell’Italia perché no? Anzi sarebbe bello tornarci per dimostrare il mio valore”.
(Twitter: @GuerraLuca88)