Rinascere alla soglia dei 29 anni, dopo ventuno mesi di squalifica e un’esistenza stravolta da una vicenda giudiziaria che ha lasciato strascichi sia a livello prettamente personale – con la separazione da Alex Schwarzer – che mediatico, con una reputazione lesa indelebilmente e un passato da lasciarsi alle spalle al più presto. È questo l’arduo compito che aspetta Carolina Kostner nei prossimi mesi, quando, a partire dal 1 gennaio 2016, potrà tornare a competere nelle competizioni italiane ed internazionali del pattinaggio artistico, disciplina che le ha permesso di conquistare un bronzo olimpico, cinque ori europei e uno mondiale nel corso della sua decennale carriera. Tuttavia, sebbene esistano ben pochi dubbi sull’effettiva volontà della Kostner di tornare in auge, vale la pena chiedersi se uno stop così lungo possa effettivamente costituire un ostacolo invalicabile per un’atleta, soprattutto per le ripercussioni di natura psicologica ad esso correlate. Pertanto, ecco di seguito tre casi analoghi di sportivi squalificati per doping e tornati poi alle rispettive discipline con esiti positivi, per quanto il caso della bolzanina sia da ritenersi alquanto anomalo a causa della particolarità della vicenda che l’ha condotta alla squalifica.

– Julija Efimova: il caso della nuotatrice russa classe 1992 è anch’esso di stretta attualità, in quanto il suo ritorno alle competizioni è coinciso con i recenti Mondiali di Kazan, tenutisi nell’agosto scorso. La Efimova, già bronzo nei 200 rana in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012, era risultata positiva ad un controllo antidoping nell’ottobre del 2013: il test in questione aveva evidenziato come la nuotatrice avesse fatto ricorso allo steroide deidroepiandrosterone, un ormone normalmente utilizzato per curare diverse malattie, al fine di aumentare la propria prestanza e, di conseguenza, le proprie performances. La Efimova, non appena tornata a gareggiare a Kazan, ha subito conquistato la medaglia d’oro nei 100 rana, in aggiunta al bronzo nei 50 della medesima specialità;

– Justin Gatlin: un altro episodio significativo riguarda il velocista statunitense, oro alle Olimpiadi di Atene 2004 nei cento metri piani e squalificato nel luglio 2006 per l’utilizzo di testosterone. Gatlin, che aveva già trascorso un anno lontano dalle piste in quanto positivo alle anfetamine, fu inizialmente squalificato per ben otto anni, poi ridotti a quattro nel gennaio 2008. Tuttavia, il lungo periodo passato lontano dalle competizioni non sembra aver avuto ripercussioni negative per Gatlin: tornato a gareggiare nel 2010, a 28 anni, lo sprinter è riuscito a inanellare una prestazione convincente dietro l’altra, riuscendo a vincere ai Giochi di Londra una medaglia d’argento nella 4×100 e un bronzo nei 100 metri, dietro alle due schegge giamaicane Bolt e Blake. In assoluto, le sei migliori prestazioni di Gatlin si sono registrate dopo il suo rientro: emblematico l’eccezionale 9’’74 stabilito nel maggio 2015 a Doha;

– Alberto Contador: il 33enne ciclista spagnolo, nel 2012, fu oggetto di una squalifica con effetto retroattivo che gli costò le vittorie ottenute nel Tour de France 2011 e nel Giro d’Italia dell’anno seguente. Contador fu trovato positivo al clenbuterolo in occasione di un prelievo effettuato il 21 luglio 2010, mentre era in atto il Tour de France: la sostanza in questione, un composto che aiuterebbe a diminuire la percentuale di grasso corporeo e ad aumentare la massa muscolare, fu rinvenuta in quantità minima nel sangue del ciclista, rendendo comunque inevitabile la sua sospensione dalle corse. Contador rimase quindi ‘a piedi’ dal febbraio all’agosto 2012, compromettendo così la propria partecipazione al Tour di quell’anno e ai Giochi Olimpici di Londra. Una volta tornato in sella ha comunque dimostrato di non aver accusato il contraccolpo della sentenza e della privazione dei titoli conseguiti: il madrileno, infatti, è riuscito a mettere le mani su due edizioni della Vuelta spagnola (2012 e 2014) e sul Giro d’Italia 2015, mantenendo in quest’ultimo caso la maglia rosa per ben 16 tappe.