australian open

Sono ancora in corso di svolgimento, ma gli Australian Open 2017, primo torneo Slam dell’anno che si sta svolgendo sulla superficie in cemento di Melbourne, hanno già riservato moltissime sorprese. E non sono mancati diversi record per gli amanti delle statistiche.

Ad inanellare una serie di primati in un solo incontro ci ha pensato Ivo Karlovic, il gigante croato in grado di indirizzare le partite a colpi di aces. Opposto all’argentino Horacio Zeballos al primo turno, il tennista europeo ha impiegato 5 ore e 14 minuti per avere la meglio del sudamericano (sebbene siano ancora distanti le 5 ore e 53 minuti tra Djokovic e Nadal nel 2012).

Una semplice maratona? Niente affatto, dal momento che i due insieme hanno messo a segno ben 450 punti e Karlovic ha stabilito ben 75 aces realizzati in un solo incontro, ad un passo dai 78 che rappresentano il suo primato in Coppa Davis nel 2009, ma ancora lontani dai 112 dello statunitense John Isner contro il francese Nicolas Mahut nel match più lungo della storia (oltre sei ore). Il quinto set di Karlovic-Zeballos, infine, è finito sul punteggio di 22-20.

Un turno dopo, ecco cadere fuori dal ring Novak Djokovic, che perdendo contro l’uzbeko Denis Istomin ha interrotto una striscia vincente di 15 match vinti consecutivamente agli Australian Open, in cui ha trionfato per sei volte ed è ancora per qualche giorno il campione uscente.

Ancora due turni più avanti si arriva agli ottavi di finale e va fuori anche il numero uno del mondo Andy Murray, stavolta battuto dal tedesco Mischa Zverev. Non accadeva dal 2004 che i primi due della classifica atp non uscivano entrambi di scena così presto: allora furono un giovane Roger Federer e un più esperto Andy Roddick. Lo stesso Murray era dal 2006 che non perdeva contro un giocatore di così bassa classifica (oltre la cinquantesima posizione) ed era dal 2009 che non usciva così presto in uno Slam.