Barca-PSG

Regna ancora l’incredulità per ciò a cui gli appassionati di calcio hanno assistito appena poche ore fa: il Barcellona di Luis Enrique si qualifica ai quarti di finale di Champions League battendo il PSG per 6-1 e rimontando dalla nettissima sconfitta subita all’andata per 0-4.

Si è scritta una pagina di storia al Camp Nou: catalani alle stelle, parigini alle stalle. Come hanno reagito i quotidiani nazionali alla gloria e al suicidio delle rispettive rappresentative? In Italia c’è, ovviamente, maggior distacco nel descrivere qualcosa che ci ha decisamente colpiti emozionalmente, ma che non ci riguarda da troppo vicino. La Gazzetta dello Sport titola “Barca 6 pazzesco”, mentre il Corriere dello Sport preferisce un “Da leggenda”.

Lato spagnolo. In delirio in tifosi, in delirio la stampa iberica. “Eroi” è il titolo del Mundo Deportivo, che piazza in prima pagina una foto di Messi e compagni tutti insieme a festeggiare l’impresa compiuta e nella didascalia fa riferimento ai tre gol in otto minuti (doppietta di Neymar e la rete decisiva del nuovo entrato Sergi Roberto al 95°) che mettono al tappeto i parigini.

Se la stessa foto viene ripresa dal quotidiano Sport che esclama “Sono leggenda”, un noto giornale filo-madridista, Marca, non può far a meno di sottolineare ciò che la grande squadra rivale ha saputo compiere. “Apoteosi: sei gol, sei, per la storia!” è il suo titolo, sebbene non manchi una frecciata all’arbitro per aver assunto decisioni di gara che avrebbero danneggiato irrimediabilmente gli avversari. Sulla stessa scia anche AS, altro giornale filo-madrileno, che scrive “Rimonta col dubbio”.

Lato francese: tutt’altra aria. “Inqualificabile”, sentenzia il più noto quotidiano sportivo d’oltralpe, L’Equipe, che utilizza la parola “umiliazione” per sottolineare il risultato finale della gara. Va giù ancor più duro Le Parisien, che non esita a ripetere il termine umiliazione e ricorda come gli uomini di Unai Emery siano stati “sculacciati dal Barca”, che ha inflitto loro una “umiliazione vergognosa” da cui non sarà facile riprendersi.