Nuova avventura per Roy Hodgson: il sessantanovenne commissario tecnico di Croydon ha accettato di trasferirsi in Australia per intraprendere l’attività di consulente al Melbourne City. Un ruolo diverso da quello a cui solitamente ci ha abituati: non siederà in panchina, come tante volte ha fatto nel corso della sua lunga carriera, bensì farà parte dello staff dirigenziale guidato dal suo amico Brian Marwood, attuale direttore esecutivo.

Soddisfatto del suo approdo nella terra dei canguri è il ct della squadra, Michael Valkanis, il quale si ritiene fortunato di poter contare sull’esperienza di un uomo che è nell’ambiente del calcio da quasi mezzo secolo. La sua permanenza in Australia avrà la durata di circa un mese e dovrà servire a spingere la compagine, ora quarta in classifica, a raggiungere la qualificazione ai play-off.

Ricomincia così, dopo tre anni di riposo, il cammino professionale di Hodgson. L’ultima sua esperienza è stata sulla panchina della nazionale inglese, conclusa bruscamente dopo la mancata qualificazione agli Europei di Francia 2016. Ma i suoi esordi risalgono addirittura alla stagione 1971-72 sulla panchina del Maidstone United. Dopo aver accettato incarichi da squadre di bassa classifica ed aver provato la sua prima esperienza all’estero in Svezia (al Malmoe), per tre anni ricopre il ruolo di ct della Svizzera e, nel 1995, viene chiamato da Massimo Moratti a guidare l’Inter. Con i nerazzurri arriva a raggiungere la finale di Coppa Uefa nel 1996-97, finale poi persa ai rigori contro i tedeschi dello Schalke 04.

In Italia ritorna nel 2001 per allenare l’Udinese, poi viene scelto da altre nazionali come gli Emirati Arabi Uniti e la Finlandia. Un’altra panchina di primo piano gli viene concessa nel 2010: è quella del Liverpool in sostituzione di Rafa Benitez. Ma anche lì le cose non vanno bene e dopo sei mesi si arriva alla risoluzione consensuale del contratto. Il resto è storia recente, ma almeno stavolta avrà meno responsabilità nelle sue nuove vesti.