I Championships hanno espresso una verità insindacabile: Roger Federer, semmai ce ne fosse ancora bisogno, è la leggenda del tennis e può ormai essere unanimamente considerato il più grande di sempre della disciplina. A 36 anni, però, sembrano ancora essere tanti gli obiettivi da raggiungere per il fuoriclasse elvetico: magari puntare al 19° Slam, forse toccare quota 100 tornei vinti (attualmente siamo a 93) e, perché no, ritornare anche solo per una settimana alla posizione numero uno del ranking atp.
Quest’ultima idea è tutt’altro che utopia, dal momento che, da qui fino al termine della stagione, l’asso svizzero avrà la bellezza di zero punti da difendere, a dispetto di Andy Murray e Novak Djokovic che invece dovranno salvarne molti, per giunta in condizioni fisiche tutt’altro che brillanti. Il principale rivale nella corsa al trono sarà allora Rafael Nadal.
Federer e Nadal, dunque. Il tempo sembra essersi fermato al decennio scorso, quando i due monopolizzavano il circuito intero e si alternavano in vetta alle classifiche. Ora il maiorchino occupa la posizione numero due, lo svizzero quella successiva. E anche il mancino di Manacor, dal canto suo, ha da difendere soltanto 370 punti, la metà dei quali conquistati con gli ottavi dell’ultimo US Open.
Cosa accadrà, dunque? Già nei due Masters 1000 americani in programma ad agosto potrebbe avvenire un cambio in vetta. Bisognerà affrontare gli appuntamenti nordamericani a Montreal e a Cincinnati: secondo il calendario stabilito ad inizio anno, Federer dovrebbe saltare il primo, mentre Murray non ha ancora sciolto le sue riserve; se Nadal dovesse parteciparvi e trionfare, scavalcherebbe già lo scozzese di soli 80 punti, il che implicherebbe un ennesimo possibile cambio di scena già dalla settimana successiva.
Tempi duri per Andy e Nole, dunque. Ciò che è certo è che, comunque finirà, quel vecchietto di 36 anni può dire di aver già vinto e di aver già schiacciato ogni rivale.