A volte certi amori sono frutto di necessità. Non convenienza, ma necessità. C’è bisogno di essere “complici” e non per forza di amarsi alla follia. E in fondo nel Friuli sta andando proprio così in queste ultime frenetiche ore. Andrea Stramaccioni aveva bisogno dell’Udinese e l’Udinese aveva bisogno di Andrea Stramaccioni. Non ci piove.
Il tecnico romano, dopo un anno a maggese, ha studiato, arricchito il proprio bagaglio e proposto il suo ventaglio di conoscenze negli studi di Fox Sports. Adesso c’è il campo, il pane di un allenatore giovane, ricco di idee, intelligente e che aveva bisogno di ripartire da qui.
Strama è stato spesso oggetto di critiche spietate e feroci, a volte anche immeritate. Ha commesso i suoi errori, fisiologici, ma non è stato il primo responsabile della debacle di un Inter oggettivamente sfortunata. Molti dimenticano l’incredibile cavalcata iniziale di un allenatore, giunto ad una serie di nove vittorie consecutive, capace di espugnare il terreno di gioco della Juventus dopo 49 partite e ad un passo dal sogno. Poi si è sbriciolato tutto. È salita in cattedra una Juve oggettivamente più forte e sono piovute maledizioni di ogni tipo. Stramaccioni ha fatto i conti con una quantità di infortuni pesanti che hanno sgretolato ogni certezza. E quando una squadra quotata come l’Inter è costretta a convocare otto calciatori della Primavera, c’è poco da fare. L’allenatore, giovane e con un’esperienza ridotta, ha dovuto combattere presto contro la tempesta, perdendo la bussola, ma non l’unione di squadra. Una squadra che in Europa League era ad un passo dall’impresa, con l’incredibile rimonta ai danni del Tottenham sfumata ai tempi supplementari. “Mai una gioia”, avrà pensato Strama. Che alla fine dei conti arrivò nono con cinquantaquattro punti alle spalle. I paragoni nel calcio non reggono quasi mai, ma un dato oggettivo è chiaro: Mazzarri ha totalizzato appena sei punti in più, con un bagaglio di esperienza superiore e senza le catastrofi dell’annata precedente. E soprattutto, aggiungiamo, con un torneo molto più povero sotto l’aspetto tecnico. Basti pensare che gli stessi punti, lo scorso anno, avrebbero prodotto non altro che un ottavo posto. Molto poco, vero?
L’Udinese, invece, chiude un ciclo e deve aprirne un altro. All’insegna dei giovani. E chi meglio di Stramaccioni, uno che con i ragazzi ha già dimostrato le enormi doti di comunicatore? A far da chioccia al nuovo che avanza (o ritorna) ci sarà ancora Guidolin, uno che conosce l’ambiente e la multi-funzionalità di questa società, già a caccia di nuovi talenti da mettere a disposizione di un tecnico che ha l’occasione della vita tra le mani.
Stramaccioni non ha nulla da riscattare. Non poteva fare molto di più, è un dato incontrovertibile. Oggi ha carta bianca, un futuro da riscrivere e una strada da proseguire al fianco di un uomo di calcio come Dejan Stankovic. La nuova sinergia del mondo-Udinese prende forma. Stramaccioni-Udinese, la nuova coppia di “complici” avanza.