Un portale nato dalla passione verso il calcio, che ancora può dare emozioni. Passione Maglie, così, come si legge sul portale dedicato “nasce il 14 Luglio 2009 per colmare l’assenza in Italia di uno spazio dedicato esclusivamente alle divise da calcio. L’obiettivo era quello di creare un luogo d’incontro libero da faziosità, per discutere ed esprimere il proprio giudizio sulle maglie e i colori che ogni settimana vediamo sui campi da calcio”. Il fondatore, Matteo Perri, ci ha concesso un’intervista a 360°, nella quale si toccano vari temi, anche riguardanti la nuova maglia presentata dall’Inter.
Parliamo della maglia dell’Inter, una nuova veste, una rivoluzione sotto tutti i punti di vista. Secondo lei, perché una società gloriosa come quella meneghina, ha abbandonato le storiche casacche nerazzurre?
“La realizzazione di una nuova maglia è sempre il risultato di due fattori: le proposte dello sponsor tecnico e le valutazioni della società. Nike ultimamente propone anche bozzetti rivoluzionari o comunque lontani dalla tradizione, basti pensare alle maglie di Barcellona o Paris Saint-Germain degli ultimi anni. Per l’Inter già nella scorsa stagione erano state gettate le basi per una rottura con i canoni tradizionali, l’azzurro era infatti talmente scuro da quasi confondersi con il nero. La società meneghina attraversa una fase di rinnovamento, quest’anno oltre alla maglia hanno leggermente modificato lo stemma. Con l’arrivo di Thohir probabilmente c’è il desiderio di intraprendere un nuovo percorso, ma occorre precisare che le maglie 2014-2015 sono state vagliate prima dell’acquisto del magnate indonesiano. Spero in ogni caso che si tratti di un caso isolato, al di là dei giudizi estetici questa non è più la maglia dell’Inter”.
Il business è la principale causa di questo cambio di rotta di tante squadre che, per denaro, abbandonano quelli che sono gli storici colori delle casacche?
“Cambiamenti così radicali non nascono a caso. Dietro una proposta ci sono studi e analisi di marketing che fanno parte dell’intero processo di creazione di un prodotto, la cui durata è di circa un anno e mezzo. È ovvio che il business ricopre una grande importanza, teoricamente una maglia sempre uguale vende di meno, ma ci sono anche esempi contrari. Parlando del mercato italiano, qui le vendite sono nettamente influenzate dai risultati: se l’Inter dovesse tornare a vincere anche questa maglia sarà sulle spalle di tanti tifosi. Con buona pace dei tradizionalisti”
La maglia che le piace di più, riguardo la stagione 2014/15?
“È sempre difficile scegliere una sola maglia, da appassionato le vorrei tutte, anche le più bizzarre. Sinora mi hanno colpito il Barcellona, finalmente tornato ad un modello più classico, l’Aston Villa, il Monaco e la terza dell’Olympique Marsiglia. In Italia mancano all’appello ancora troppe squadre per poter dare un giudizio”.
Dopo aver letto queste dichiarazioni, capiamo che in Italia il risultato viene prima di tutto. Se i giovani non vengono fatti esordire in prima squadra, non prima dei 22 anni, qualcosa vorrà pur dire.