Carlo Tavecchio vuole cambiare il calcio italiano

Tavecchio, accusato di discriminazioni e offese a causa delle sue dichiarazioni sui giocatori extracomunitari (Tavecchio choc, che gaffe sugli extracomunitari) e sulle donne nel calcio (Tavecchio: “Pensavamo che la donna fosse un soggetto handicappato”) scomoda anche la deputata Pd Daniela Sbrollini che, prontamente, si è fatta sentire, come riportato da Alessandra Montemurro.

Da Vicepresidente della Commissione Affari Sociali, ma anche da appassionata di calcio, esprimo tutta la mia indignazione nei confronti di Carlo Tavecchio che dopo le affermazioni razziste dei giorni scorsi, oggi ha espresso parole fortemente discriminanti e offensive nei confronti del calcio femminile. Vorrei ricordare a Tavecchio che con le sue parole oggi ha chiamato in causa il 54% di chi pratica sport. Questa è infatti la grande percentuale, destinata ad aumentare, delle sportive italiane‘ ha dichiarato la Sbrollini in merito alla parole espresse nei giorni scorsi dal candidato alla presidenza Figc.

Il Presidente della federazione che rappresenta la più ampia comunità di sportivi e tifosi in Italia deve essere credibile – continua Sbrollini – Il Governo, è vero, deve restare estraneo ad un sistema autonomo e indipendente come lo sport e il calcio, in particolare. Ma non si può far finta di nulla: da donna, da sportiva e da rappresentante della maggioranza degli italiani, non posso non sottolineare che il nostro Paese sta investendo in credibilità. E il calcio, che è un prodotto tipico e di eccellenza del nostro Paese, merita un rappresentante credibile, saggio e pulito. Resta, peraltro, lo stupore per la differenza eclatante tra le dichiarazioni del candidato Tavecchio e quanto riportato nel suo stesso programma di candidatura‘.

Chiedo al Presidente Renzi e al Sottosegretario con delega allo Sport Delrio una presa di posizione forte che sono sicura non tarderà. Lo sport è un potente mezzo di sviluppo individuale, volano della solidarietà e dell’integrazione sociale. Appare chiara, quindi, la necessità di avvalersi di “guide” all’altezza e in linea con il compito‘.