Un addio che certo non ha il sapore di un arrivederci. Mario Balotelli infatti non si è nemmeno fermato a salutare i numerosi tifosi accorsi questa mattina all’uscita da Milanello, forse gli unici che lo hanno sempre difeso. Si sente parlare spesso di Casa dolce Casa, non vale però per lui che a volte la odia o magari qualcuno gliel’ha fatta odiare. E allora meglio scappare via lontano, ancora una volta, forse per sempre. Il Milan è vero aveva bisogno di una cessione per accendere finalmente il proprio mercato, ma senza il mal di pancia Balo difficilmente sarebbe andato via.

Goodbye Malinconia
La canzone di Caparezza qui calza a pennello. Parla infatti di emigranti, persone che loro malgrado decidono di non tornare in patria in quanto proprio non ci riescono più a vivere. Potrebbe essere stato questo l’assillante stato d’animo di Mario Balotelli in questo anno e mezzo rossonero, in fondo il ragazzo non è stato quasi mai preso sul serio. Ma nella canzone, Malinconia è più di un semplice stato d’animo, è un’entità da cui scappare, una Stampa ipocrita che ha trovato in Super Mario il capro espiatorio di un Mondiale penoso, la stessa Stampa però che lo ha reso un personaggio. Mario ha dunque pensato bene di scappare come ha fatto il buon Prandelli in fondo, del quale dopo un mese di Turchia già non se ne parla più.

Why always you?
Caro Mario per te è diverso. State tranquilli infatti perchè anche dall’Inghilterra non ci mancherà. Alla prima multa, al primo incidente, al primo litigio con Fanny, al primo gol, alla prima balotellata, alla prima pettorina indossata male il bad boy tornerà a far parlare di sé e noi state pur certi lo sapremo, anche a km di distanza. Ci vuole davvero poco per salire alla ribalta della cronaca e altrettanto poco tempo per uscirne, ma lui fidatevi è un personaggio che non morirà mai, fa sempre notizia ed è comodo pensarla così, interessa per altro o meglio credono interessi per altro. È come una marionetta, prima lo portano su e poi lo ributtano giù, indipendentemente dalle aspettative e dalle risposte che fornisce sul campo. È un gioco e lui sta nel mezzo inerme. A volte si diverte, a volte ci scherza su, a volte ci ride un po’ amaramente, a volte risponde, a volte reagisce e a volte piange, perché Balotelli è un ragazzo del ’90 come tutti gli altri. Sicuramente non è un ragazzo facile e non capisce che con il suo carattere indisponente senza dubbio contribuisce a creare il proprio personaggio e a mettere in mano la pala a chi è intento a scavargli la fossa. L’uomo che non esulta mai e non sorride mai ha tante responsabilità e un’unica arma di difesa: i gol. Quelli si che zittiscono tutti. “Vince il Milan è grazie a Mario, perde il Milan è colpa di Mario, vince la Nazionale è grazie a Mario, perde l’Italia è colpa di Mario” ha ragione, lo dicono i numeri, come possiamo dargli torto.

Chi ci perde?
Il Milan senz’altro. Ha appena perso il suo giocatore più decisivo e inoltre lo ha ceduto più o meno per la stessa cifra che ha pagato per acquistarlo o forse anche qualcosa di meno, e molto probabilmente prenderà un sostituto al massimo con un talento pari a quello di Mario e ad una cifra più o meno alla pari, a meno che non decida di puntare su Pazzini e rafforzare gli altri reparti. Indubbiamente però ci perde anche l’Italia e il nostro calcio, un altro campione che se ne va, un campione nostrano, un bad boy che nei momenti di difficoltà non abbiamo mai aiutato, solo condannato e mai capito.