Mario Macalli, presidente Lega Pro

La polemica è quel fattore che l’Italia ama più di ogni altra cosa. Anche con l’acqua alla gola, nel “Belpaese” qualcuno riesce a litigare, a discutere animatamente senza nessun motivo. Nemmeno se avesse bevuto sette caipiroska alla fragola, per intenderci. Nel calcio nostrano molti personaggi, in barba alla frase “viva la pace nel mondo” si alzano la mattina, pensano a come poter avere pochi minuti di gloria e sparano a zero su Tizio e Caio di turno. E’ il caso di Mario Macalli, numero uno della Lega Pro e nuovo vicepresidente alla Figc che, nella giornata di ieri ha lanciato bordate contro la Juventus, società rea di non aver appoggiato Carlo Tavecchio nella corsa alla Federcalcio. “C’è voglia mediatica di gettare fango sul nuovo corso del calcio italiano- ha affermato Macalli a “Teleradiostereo”. Si continuano a gettare ombre su chi ha avuto un’esternazione infelice, non prendendo però in esame quelli che sono i programmi scrupolosamente presentati. Quelli che oggi vogliono fare i moralizzatori del calcio, sono gli stessi che hanno dato il la a Calciopoli. E parlo di una società nello specifico, di una sola società”.

L’ultima stringa è un chiaro rimprovero alla società di Andrea Agnelli, protagonista, insieme ad altri club, nel 2006 di uno degli scandali più eclatanti del calcio tricolore. Ci sarebbe da discutere tanto sul tema “Calciopoli”, ma ognuno si farà sempre le sue idee, dunque sarebbe inutile disquisire su un argomento che ha trovato molte incongruenze durante le indagini, soprattutto dal 2006 in poi. Però, se Macalli parla così, significa che conosce i fatti solo per sentito dire o leggendo i giornali. Il capo della terza serie calcistica non sa, forse, che il presidente Tavecchio, nonché amico da anni, ha un rapporto consolidato con Franco Carraro. Si, il dirigente coinvolto anch’egli in “Calciopoli” in quanto venne intercettato mentre parlava con il designatore arbitrale Paolo Bergamo, pregandogli di favorire a livello arbitrale la Lazio, compagine di Claudio Lotito, “braccio destro” di Tavecchio e persona molto stimata dallo stesso Macalli.

Dunque, in base a queste informazioni, notizie, chiamatele come vi pare, il capo della Lega Pro ha sbagliato tempi e modi di attacco. Il suo intervento, del quale avremmo fatto sicuramente a meno, è paragonabile all’offensiva errata del generale Cadorna durante la Prima Guerra Mondiale nel 1915. E poi, parliamoci chiaro: ascoltare insegnamenti etici da parte di Macalli che, con Tavecchio e soci, ha letteralmente rovinato la Lega Pro con il calcio “spezzatino” e ha fatto scoppiare il caos ripescaggi, francamente stride con i valori dello sport.