Sembrava una di quelle partite già viste. Una conferenza stampa mirata con l’obiettivo di influenzare la direzione arbitrale, il solito Mou insomma, ormai quasi patetico, che sfrutta il fattore mediatico per spostare l’attenzione dalla gara rispondendo a presunte critiche fatte da colleghi e che accusa poi a sua volta i parigini dei falli troppo duri subiti all’andata al Parc des Princes. Poi però si scende in campo, e Ibrahimovic viene incredibilmente espulso, Azpilicueta passa più tempo in terra che a toccare palloni giocabili e Diego Costa è continuamente intento a simulare e provocare i difensori francesi. I falli duri che tanto preoccupavano il portoghese li subiscono gli strepitosi Pastore, tornato il Flaco di Palermo, ed il sontuoso Verratti, ad oggi senza dubbio tra i migliori 5 centrocampisti del mondo, e non dopo Pirlo.

Il tecnico portoghese toglie poi anche Oscar e a Londra si spegne definitivamente la luce, a parte qualche lampo di genio del folletto Hazard. Ci si mettono anche un palo, la sfortuna e una prodezza di Courtois, per il Chelsea la strada per i quarti di finale sembra davvero spianata. Invece no, perché se esiste una forma di giustizia divina anche nel calcio oggi doveva vincere la squadra che è arrivata senza paura allo Stramford Bridge e ha fatto la partita per 120 minuti, 90 in 10 uomini, e la gara questa sera doveva essere decisa da due reti di un ex come David Luiz, fischiato e provocato per tutta la partita, e di un mastodontico Thiago Silva, il quale ha avuto modo così di rifarsi dell’unica ma grave ingenuità commessa.

Un’analisi tattica in chiusura? Che dire, il solito limite delle squadre allenate del portoghese, quando c’è bisogno di costruire gioco e di attaccare nessuno è in grado di farlo, e allora ecco che arriva la giusta vendetta dell’ex. Allez PSG, caro Mou mi dispiace ma non può andarti sempre bene.