Il 9 novembre, per i tanti tifosi della Juventus e del calcio italiano cresciuti nel mito di Alessandro Del Piero, non sarà mai un giorno come gli altri. Ci si può provare a scriverti una lettera, Alex, per farti gli auguri ancora oggi, anche se la maglia che indossi non è più bianconera, di un celeste color cielo, come quelli che hai sorvolato per anni alla Juventus, per affrontare sfide di tutti i generi su ogni campo europeo. Pensi a Del Piero e pensi a quel gol segnato 20 anni fa alla Fiorentina, all’ovazione del Santiago Bernabeu e dell’Old Trafford, alla rovesciata di San Siro contro il Milan, ma pensi anche ai veleni-scagliati addosso e respinti con signorilità-del doping, all’”onta” della B superata alla pari delle critiche-giuste-dopo l’Europeo 2000. Lo conoscono tutti, dal papà che alla nonna che lo ricorda per le pubblicità in tv. Pulito, leale, sempre sorridente: come te nessuno mai, Alex. Come ogni grande assente che si rispetti, oggi tutti, i tuoi fans più sfegatati e i tuoi critici più agguerriti, stanno capendo quanto grande sei stato per la Juventus e per il calcio italiano, come professionista e come uomo. Mai banale, anche a fine carriera: non hai “elemosinato” un altro anno in bianconero, sei uscito di scena da vincitore e gran signore, hai fatto piangere un intero stadio di gioia e commozione, e ancora oggi, anche se sei a migliaia di chilometri di distanza, sei presente nei cori dello “Juventus Stadium”. Hai scelto di vivere tra i canguri prima e gli elefanti poi, senza sbattere porte a Torino e aprendoti a diversi stili di vita nell’altro emisfero. I tuoi numeri? Da campione assoluto e modello sul campo, inutile snocciolarli. Auguri Alex, o meglio Happy Birthday: sono 40 sul campo. E mi resta una domanda, che rivolgo a chi, pochi per fortuna, non ti ha mai propriamente amato: “Tu, che non hai creduto in Del Piero, come hai fatto a non credere in Del Piero”?
A cura di Luca Guerra.
(Twitter: @GuerraLuca88)