Tommaso Ghirardi ha messo in vendita il Parma (Foto Villa/Neri).

Se non stessimo parlando di lavoro, regole, cuori di tifosi e soldi, la situazione del Parma avrebbe del tragicomico: come nel Decameron di Boccaccio, ogni giornata si arricchisce di un tassello che aggiunge pepe, ma anche drammaticità, alla vicenda di un club che ha fatto la storia del calcio italiano. I tesserati vivono ore particolari, cadenzate da notizie quasi fantascientifiche. E dopo aver visto la figura dell’attuale patron Manenti vagare sulle prime pagine dei giornali e nelle aperture dei tg, oggi “tocca” all’ex presidente Tommaso Ghirardi occupare i titoli di testa: dopo le dimissioni ufficiali dell’oramai ex-direttore generale Pietro Leonardi, secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma l’ex-patron avrebbe visto iscrivere il suo nome nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta che stanno conducendo tre diversi pubblici ministeri e che sta portando avanti il nucleo della Guardia di Finanza di Parma.

Al momento, giusto precisarlo, non è ancora giunta a Ghirardi nessuna ufficiale informazione di garanzia. Resta certo un alone di stupore, pensando alle parole rilasciate da Ghirardi stesso alla Gazzetta dello Sport venerdì scorso, con accuse di tradimento a Taci e negazione di ogni legame tra le attività commerciali in Slovenia che lo accomunano all’imprenditore albanese e a Manenti e il caso-Parma. Comune, Figc e Lega pensano al fallimento pilotato, ragion per cui il 19 marzo è stata fissata un’udienza in tribunale: dall’altro lato, diverse società hanno manifestato contrarietà al salvataggio del Parma attraverso l’autotassazione. Tra queste, Atalanta, Chievo, Fiorentina, Napoli, Roma, Udinese e Verona: qualcuna tra le piazze citate è anche passata dal fallimento, ma parliamo di tempi e ragioni lontane nel tempo. Più di qualcuno ha ricordato: “Dobbiamo pensare noi a salvare il Parma dopo che hanno drogato il mercato in questi anni?”.

Il tentativo di salvare la faccia portato avanti da Tavecchio & Co. appare fallimentare in partenza: Manenti intanto continua a prender tempo, assicurando di settimana in settimana che la prossima sarà la giusta per pagare, e a restare in bello resta la reputazione di una città che col calcio ha costruito un brand conosciuto in tutto il mondo, della città di provincia che salì sul tetto d’Europa il 12 maggio 1993 e di tutto il calcio italiano. Intanto, anche oggi i tifosi ducali si son svegliati con il solito interrogativo: ma domenica, si gioca?
(Twitter: @GuerraLuca88)