Continua a ripetere di non esser mai morto, proprio non gli piace che si parli di rinascita, Alberto Contador sa di essere un campione e sa di non aver mai smesso di esserlo. Due vittorie parziali e la classifica finale della Tirreno – Adriatico ma soprattutto il dominio assoluto del Giro dei Paesi Baschi. Simbolo del primato indossato al termine della prima frazione e mai abbandonato.
Il segnale decisamente positivo durante l’ultima tappa del Paesi Baschi, la cronometro individuale terminata a sette secondi dal primo classificato, il tedesco Tony Martin, campione del mondo della prova contro il tempo. Sette secondi che significano molto più di una seconda piazza, questi sette secondi a cronometro da un certo Signor Martin sono un immenso “ritorno”. Anche se non vuole che si parli di rinascita, consapevole del fatto di non aver mai smesso di essere un campione, possiamo affermare di aver ritrovato il Contador del pre-squalifica.
In prospettiva Tour de France questi sette secondi sono decisamente significativi, con un Contador di nuovo forte a cronometro qualcuno non dormirà sogni tranquilli. Chi, invece, già sogna ad occhi aperti sono i tifosi, sono gli appassionati di ciclismo. Contador è coraggio, Contador sfida le montagne, Contador attacca, Contador ci regala quel ciclismo che appassiona, incolla al teleschermo, crea sete, sete di pedali. Sulle strade della Tirreno-Adriatico ha risveglia l’amore sopito del popolo italiano. Folle da stadio, stupore, clamore, cuori che battono all’unisono scossi dalle gesta di un Pistolero a pedali.
Un campione entusiasmante e un solo messaggio: il Contador dei Tour a ripetizione, dei Giri e della Vuelta è tornato.