C’è chi lo chiama mental coach, chi “motivatore”, ma Alberto Ferrarini è una di quelle persone preparate che crede in ciò che fa. L’abbiamo intervistato per Blog di Sport e, il cosiddetto “coach della mente”, spiega il suo lavoro, parlando, poi, dei suoi assistiti, del flop Mondiale dell’Italia e di tanti altri temi.
Ci spiega meglio la figura del “motivatore”. Che cosa fa?
“Parto dal principio che non sono psicologo, né mental coach. Motivatore è il nome che mi hanno affibbiato, ma a dire il vero la parola mi appartiene solo parzialmente. Spiegare cosa faccio, lo trovo quasi impossibile in un’intervista, comunque sia è riservato. Lavoro sulla simbologia antica, numerologia indiana, pensiero positivo. Il mio obiettivo è quello di tirar fuori l’anima, il guerriero che c’è in ognuno di noi”.
Lei rappresenta l’uomo della svolta per grandi calciatori come Bonucci, Gilardino, Pegolo e Floro Flores. Ci spiega come ha fatto a tirare il massimo da loro anche nei momenti difficili?
“Io sono l’uomo della svolta di Leonardo Bonucci questo è vero, quanto ad Alberto Gilardino, Gianluca Pegolo e Antonio Floro Flores non sono stato l’uomo della svolta, in quanto loro erano già campioni prima di conoscermi. Diciamo che sono stato l’uomo della rivincita, soprattutto per il grande Alberto”.
La debacle Mondiale dell’Italia ha aperto una crepa ancora più grande nel nostro calcio. Secondo lei di chi sono le colpe?
“Secondo me, la responsabilità è di chi preferisce questi stranieri mediocri, (non tutti, ma in maggioranza) a discapito di grandi talenti italiani. Inoltre, la gestione del mister Prandelli di fare la squadra su Mario Balotelli si è rivelata un autogol clamoroso. Balotelli, a mio parere, è un campione, ma non ancora espresso al meglio. Quindi, non pronto a una responsabilità così grande. Poi lasciare a casa uno come Giuseppe Rossi (miglior attaccante italiano) è un altro autogol. L’ho visto giocare, la scorsa stagione, durante un Fiorentina-Sassuolo ed entrare sull’1-4. Per mezz’ora ho visto una “fuoriserie” in mezzo al campo. Solo un immenso Pegolo, al 93’, ha salvato il Sassuolo. A mio parere anche mezz’ora di Rossi avrebbe dato una svolta positiva all’attacco italiano. Non convocare, altresì, uno fra Toni o Gilardino dopo un campionato pazzesco di entrambi l’ho trovato un “chissà perché?”. “Gila”, quanto Toni, li trovo prima dei grandi uomini e poi dei top giocatori e, premesso con tutto rispetto per gli altri, sto parlando di due Campioni del Mondo”
Nella finale della Coppa del Mondo ha vinto la Germania grazie a una maggiore determinazione. E’ d’accordo con questa disamina? E su Tevez cosa ci dice? Due giorni, sul suo profilo Facebook, ha scritto: “Higuain, Aguero,Lavezzi e Palacio possono fargli da portaborse”
“No. L’Argentina con Tevez avrebbe vinto il Mondiale. In quell’uomo li gli si legge la fame nello sguardo e aver trovato nel suo cammino un numero uno come Antonio Conte lo ha migliorato ancora. Tevez ripeto lo trovo devastante soprattutto come temperamento. Leonardo (Bonucci ndr) mi dice sempre “Alberto questo nel DNA ha quello che tu mi insegni sempre: La voglia di vincere, la forza e l’umiltà”.
Nel calcio di oggi, vediamo atteggiamenti discutibili, con l’umiltà che ormai sta scomparendo. Secondo lei, come si può “risolvere” questo problema?
“Proprio su questo, la Germania è l’esempio di quella disciplina e quell’ordine che è venuto a mancare in primis per l’appunto a l’Italia. In questo Loew è stato fantastico.”
Tornando ai suoi “assistiti”. Gilardino ha deciso di emigrare in Cina, dimostrando coraggio a cambiare stile di vita dopo tanta Italia. Il calciatore è felice di questo?
“Molto, Alberto farà decisamente bene in Cina e vedrete tornerà perché ha un conto in sospeso con la serie A”.
Bonucci e Pegolo e gli altri “suoi” elementi sono carichi in vista della prossima stagione?
“Certo, devono esserlo decisamente di più rispetto alla stagione scorsa, o li sfondo entrambi” (sorride ndr).
Un appello ai più giovani che si affacciano al mondo del calcio.
“Osservate esempi positivi. E osservate ancora esempi positivi. Prendete spunto da loro. Se Leonardo Bonucci dalla tribuna del Treviso è diventato ciò che è, lo deve ai suoi sogni, al lavoro duro, alla positività di veder in una sconfitta, una sorta di insegnamento e mai una tragedia. Il calcio è sport e lo sport è vita. Credete in voi stessi alla follia, forza ragazzi”.