Ormai ci siamo quasi, la regular season di NBA volge al termine. Si entra in clima play-off e si cominciano a fare previsioni e congetture su come potranno andare. Ma il pallone a spicchi e stelle e strisce offre molteplici spunti e curiosità. Impossibile trattarli tutti, ma per quelli più attuali ci siamo affidati a chi vive di pane e basket, ancor meglio se il basket in questione è quello oltreoceano: Alessandro Mamoli, giornalista di Sky Sport.

Non possiamo che cominciare con i favoriti d’obbligo per la conquista dell’anello, i Cleveland Cavaliers. I tempi sono già maturi per un loro trionfo? E Kevin Love? Stagione tutt’altro che esaltante la sua. Potrebbe essere sacrificato l’anno prossimo? Magari per un rinforzo sottocanestro…

I Cavs mi sembrano una squadra pronta per vincere la Eastern Conference, anche se qualche rischio potrebbero correrlo se incontrassero una tra Atlanta o Chicago, soprattutto se questi ultimi fossero al completo. Se arrivassero in finale, non sappiamo contro chi, è possibile che i limiti difensivi possano ritardare di almeno un anno il titolo per LeBron. Per il futuro di Love, molto dipenderà da come finiranno questa stagione. Anzi, facciamo tutto.

C’è un’altra squadra però che ha dimostrato di poter essere la favorita, con prestazioni esaltanti e corali, un’orchestra nella quale eccelle uno splendido solista: i Warriors di Stephen Curry. E’ lui il più accreditato ad essere l’MVP di stagione? E i Warriors sapranno resistere alla pressione dei play-off per arrivare almeno alle Finals?

Per me Curry è l’MVP, mi perdoneranno LeBron, Westbrook e Harden. Per quanto riguarda i Warriors, io non credo sia una questione di gestione della pressione. Credo piuttosto che prima o poi durante una serie di play-off potrebbero incontrare dei problemi, che al momento in regular season non si sono mai presentati. Se saranno bravi a compiere adattamenti, modificare le loro idee o il loro gioco durante quelle serie, allora possono davvero arrivare in fondo. C’è da dire che tatticamente sono dei “transformers”: 2 lunghi, 4 esterni o addirittura 5. Possono diventare qualsiasi cosa.

A Ovest però mai dimenticarsi degli Spurs. Non una regular season memorabile, il minimo indispensabile per assicurarsi i play-off. Sono un po’ arrugginiti o l’intelligenza di questa squadra e di Popovich è tale che si sia trattata di una gestione scientifica in vista proprio dei play-off?

No, non credo sia una gestione studiata. Hanno realmente quelle carte d’identità e hanno realmente avuto dei problemi di infortuni. Se Parker è quello di marzo, al completo possono battere chiunque. Ma mi sembra ci sia qualche tacca di energia e motivazione in meno rispetto all’anno scorso. Io però contro questi non scommetto mai.

A Est invece la grande sorpresa sono gli Atlanta Hawks. Per certi versi somigliano proprio agli Spurs, non a caso coach Budenholzer è stato un allievo di Popovich. Potrebbero essere loro, proprio in virtù di questa organizzazione, la squadra giusta per fermare LeBron e compagni?

Potrebbero, anche se alla fine le partite che contano nei play-off te le fanno vincere i campioni. Atlanta ha buoni giocatori, ottimi. Ma non vedo campioni. Non è detto che servano per forza, però LeBron in un paio d’occasioni ha vinto con squadre che erano inferiori agli avversari. Penso ad esempio alla rimonta dal 2-3 contro Boston: lui da solo ha fatto la differenza. Atlanta non mi sembra abbia un giocatore in grado di vincerti una gara o una serie. Non è detto che serva ma sicuramente aiuta. Gli stessi Spurs è vero che vincono di sistema, ma all’interno di quel sistema ci sono Duncan, Parker, Ginobili…

Dai piani alti a quelli bassissimi, non posso non chiederti delle disastrose stagioni di Lakers e Knicks, due grandi al momento decadute. Ci sono margini di miglioramento anche guardando ai prossimi Draft oppure la luce in fondo al tunnel è ancora lontana? E poi c’è Kobe Bryant. Una voce non lascia tranquilli tifosi e appassionati: potrebbe ritirarsi presto. Dobbiamo davvero preoccuparci?

Parto dal fondo. Kobe proverà l’ennesimo ritorno miracoloso ma credo abbia sufficiente intelligenza per capire che il viaggio è quasi terminato. Per la ricostruzione, i Lakers mi sembrano una destinazione appetibile per diverse star che saranno sul mercato, più tragica invece la situazione a New York. Diciamo qualche annetto per entrambe, ma finché non sapremo che fine faranno i vari Durant, Westbrook, o lo stesso LeBron nei prossimi due anni, impossibile pronosticare.

E poi ci sono loro, i nostri italiani. Datome sembra aver trovato la sua dimensione a Boston, Gallinari è tornato dimostrando talento e attributi dopo l’infortunio, così come Bargnani sembra stia tornando ai suoi livelli seppur in una situazione difficile come quella di NY. Belinelli invece è ormai una certezza. Sei ottimista per il loro futuro in NBA? E in ottica Europeo… con loro 4 recuperati e integrati, dove può arrivare l’Italia?

Sono ottimista per il futuro di tutti, con una riserva per Gigi Datome che deve capire se quello è davvero il suo mondo. Per l’Europeo, se si allacciano tutti le scarpe e mettono volontà, voglia di sacrificarsi e ottenere un grande risultato in cima alla lista delle priorità, credo che a settembre potremmo divertirci per davvero.

Intervista di Marco Bonomo.
Grazie ad Alessandro Mamoli per la disponibilità.

Twitter: @MarcoBonomo19