Può un allenatore secondo in campionato con un punto di ritardo sulla capolista, ai Quarti di Finale di Champions League e fresco pochi mesi fa di vittoria della “decima” essere contestato fino a chiederne l’esonero? Se alleni il Real Madrid e i blancos hanno appena incassato un umiliante sconfitta interna, per quanto indolore, con una buona -ma nulla più- squadra tedesca, allora la risposta è “sì”. Anzi, per il popolo di Twitter è #Ancelottiveteya (Ancelotti vattene) e #Ancelottidimision, i due hashtag di maggior tendenza dal fischio finale della sfida del “Bernabeu”, archiviata da Casillas-apparso lontano parente del portiere ammirato per anni-e compagni tra i fischi e la panolada 2.0, non più rappresentata da fazzoletti bianchi, così adusi, ma da fogli del pre-partita, telefonini e tablet agitati a gran voce dal tifo di casa.
Lontani sono i fasti del 2014, che avevano portato i trionfi in Champions, Supercoppa, Mondiale per club e Coppa del Re, uniti al filotto da record di 22 vittorie consecutive. Al Real l’unico imperativo è vincere, e per quanto il palmàres di Ancelotti parli chiaramente di attitudine al primato, la perdita del primato in Liga, il ko in Coppa del Re contro l’Atletico Madrid e la sudata qualificazione nella coppa con le orecchie hanno fatto dimenticare al popolo castigliano tutto ciò. 80 giorni, non sufficienti per fare il giro del mondo, ma certo per rivoltare il globo madrileno.
La critica contesta ad Ancelotti la “mano floja”, la poca “cazzimma”, per dirla in tono partenopeo, la stessa che però l’ha condotto a vincere per tre volte la Champions, e la poca varietà di moduli, nonostante le assenze di Sergio Ramos, Modric e James Rodriguez, surrogati dagli insufficienti Varane, Isco e Khedira. Il tecnico di Reggiolo alla vigilia della brutta partita con lo Schalke aveva risposto alle critiche: “Con la mia mano molle ho vinto tre Champions e la BBC non si discute”. La BBC, ossia Bale-Benzema-Ronaldo, l’attacco da 500 milioni di euro, che ieri ha partorito tre reti ma anche un 4 in pagella, quello del gallese. E allora vien da chiedersi: sarà tutta colpa di Carletto? Non sarà anche colpa di una rosa con soli 14 titolari e tanti discreti comprimari, nettamente inferiori agli altri? O di ko in infermeria che hanno generato quelli sul campo? O ancora del vulcanico Florentino Perez, colui che chiede sempre un gol in più dell’avversario e prestazioni scintillanti come il danaro estratto per allestire la rosa? Gli equilibri vanno dosati tra terreno di gioco e rapporti con il presidente: di qui l’insistenza sul 4-3-3 che non sta ripagando più sul campo (media-gol scesa da 3 a 1 a partita nel 2015). Checchè ne cinguettino i tifosi, Carletto non sembra in bilico e al momento il monito #Ancelottiveteya non sembra efficace come il #mazzarrivattene di milanese memoria. Di poche parole, Ancelotti ha sempre agito con i fatti: ora ha due mesi per cambiare storia e hashtag.
(Twitter: @GuerraLuca88)