Gli avversari non sono stati ostacoli proprio insormontabili: il Cruz Azul e il San Lorenzo non sono minimamente paragonabili ad avversari del calibro di Bayern Monaco o Atletico Madrid ma di certo non gliene si può fare una colpa al Real Madrid di Carlo Ancelotti, arrivato alla ventiduesima vittoria consecutiva in stagione tra campionato, Champions e Mondiale per club. Dopo oltre deici anni, i galacticos sono saliti sul tetto del mondo ed hanno conquistato il secondo trofeo stagionale, dopo la Supercoppa Europea conquistata ad Agosto contro il Siviglia, affossato da una doppietta di Cristiano Ronaldo.

Ha potuto poco il San Lorenzo, vincitore dell’ultima Copa Libertadores, davanti allo strapotere tecnico di Bale e compagni che hanno avuto vita facile. Ma l’aspetto da rimarcare è la guida tecnica: Carlo Ancelotti non ha sbagliato un colpo sapendo motivare la compagine spagnola evitando quei cali di tensione che avrebbero potuto compromettere una vittoria già annunciata in partenza. In molte situazioni negli anni passati, il Real Madrid ha commesso l’errore di sottovalutare le squadre più deboli perdendo così qualificazioni o occasioni ghiotte per rimpinguare il glorioso palmarès.

La vittoria di Ancelotti è anche una piccola soddisfazione per il nostro calcio e la dimostrazione che con il lavoro si possono raggiungere risultati sorprendenti. Per l’ex tecnico del Milan si tratta del diciassetesimo titolo conquistato da allenatore ma se si vogliono aggiungere i trofei conquistati da giocatore si arriva all’iperbolica cifra di trentuno titoli. Risultati magnifici per un allenatore made in Italy, sperando che presto qualcuno possa far sorridere in pieno l’Italia. Ma c’è da lavorare, lavorare, lavorare…