Un capolavoro tattico, intelligente e costellato dalla buona sorte che, in partite importanti, non guasta mai. Carlo Ancelotti ha imbrigliato, con ottimi risultati, il Bayern Monaco nell’andata della semifinale di Champions League. Il suo Real Madrid, quello plasmato in otto mesi di gestione, ha saputo tenere testa a una corazzata tedesca allenata da Pep Guardiola, non propriamente ben visto dalle parti del “Bernabeu” in virtù dei suoi trascorsi al Barcellona. L’ex allenatore del Milan, dopo il sorteggio di Nyon, ha studiato nei minimi dettagli la formazione bavarese, arrivando a una conclusione: la maggior parte delle reti dei già Campioni di Germania arriva dalle fasce.
Avere di fronte elementi come Ribery e Robben, che fanno della velocità e la tecnica le loro armi migliori, implica un sacrificio non di poco conto, considerati i calciatori offensivi che Ancelotti possiede in rosa. Il tecnico di Reggiolo, così, adotta una tattica intelligente, disponendo Carvajal e Fabio Coentrao terzini, con licenza di attaccare, ma soprattutto di difendere quando Lahm e compagni entrano in possesso palla. Una strategia che, già nel primo tempo, porta i suoi frutti grazie al gol di Benzema, assistito proprio da Coentrao che offre al francese un pallone da spingere in porta. In occasione del vantaggio madridista, però, c’è da ricordare e annotare l’illuminante passaggio di Cristiano Ronaldo per il suo connazionale, poi bravo a far proseguire l’azione nel migliore dei modi. Trovato l’1-0, Carlo Ancelotti non si schioda dal suo modo di vedere il match: attende il Bayern Monaco, in modo tale da sorprenderlo nel prosieguo della sfida.
Tutto questo accade in almeno due circostanze, quando Cristiano Ronaldo e Di Maria si divorano letteralmente i rispettivi gol, graziando così Neuer. Nella ripresa, Ancelotti inserisce un centometrista come Bale al posto di un C.Ronaldo sottotono (per via del suo infortunio dei mesi scorsi) Varane per l’acciaccato Pepe e Illarramendi, con Isco fuori, in mediana. Il risultato è dei migliori. Il Bayern Monaco non riesce a trovare sbocchi né sulle corsie esterne, né tantomeno per vie centrali, in virtù di un traffico e di una densità che non si registra nemmeno sul “Grande Raccordo Anulare” il lunedì mattina.
Nel finale, il Real rischia per un dubbio contatto in area di rigore tra Muller e Xabi Alonso, un episodio che in Italia avrebbe monopolizzato l’attenzione anche del Governo Renzi, e su un tiro di Gotze, nel quale Casillas si prende, ancora una volta, lo scettro di migliore portiere spagnolo. Il recupero serve solo a incensare Ancelotti per un gioiello tattico contro un allenatore forte come Guardiola, bloccato nel suo “tiki-taken”. C’è da scommetterci: stasera ai tifosi del Milan, vedendo il periodo non propriamente da ricordare della loro squadra, sarà scesa una lacrimuccia di “ancelottiana” memoria.