angelillo

Se n’è andato in silenzio, senza il clamore che accompagnava puntualmente le tante reti realizzate nelle porte avversarie, Antonio Angelillo, calciatore argentino nato a Boenos Aires nel 1937 e naturalizzato italiano grazie alle sue origini lucane.

Angelillo esordisce nel suo Paese di nascita nel 1955 indossando prima la maglia del Racing Club, poi quella del Boca Juniors. Due anni più tardi approda in Italia nelle file dell’Inter, ma veste anche le maglie di Roma, Milan, Lecco e Genoa, fino a chiudere la carriera nell’Angelana nel 1971, da cui comincia una lunga attività di allenatore che lo porta alla guida, tra le altre, di Brescia, Pescara, Palermo e della nazionale del Marocco.

All’età di ottanta anni la sua scomparsa, avvenuta nella notte del 5 gennaio. La famiglia, per questioni di privacy, ha preferito diffondere la notizia della sua morte soltanto un paio di giorni dopo, quando sono cominciati i messaggi di cordoglio da parte dell’intero mondo del calcio.

Si, perché Angelillo è stato una figura centrale nella storia della Serie A e a lui si deve un record che ancora resiste dalla stagione 1957-58: con la maglia nerazzurra segna ben 33 reti in una sola annata, numero che vale il primato nel campionato italiano a 18 squadre. Al termine dell’esperienza nel club lombardo realizza 68 gol in 113 partite.

Non fa parte, tuttavia, del ciclo vincente targato Helenio Herrera in quanto i dissapori con il Mago (dovuti, a quanto pare, alla relazione del giocatore con una ballerina, Attilia Tironi) lo portano lontano da Milano. L’unico scudetto lo vince nella stessa città, in realtà, ma con la maglia del Milan: gioca solo tre partite, ma sufficienti per segnare il gol decisivo per la conquista del titolo. Con la nazionale argentina, infine, vince anche l’edizione 1957 della Coppa America, prima di indossare per due volte la maglia della nazionale italiana.

Come uomo di calcio ne sapeva più di tanti altri: non a caso fu lui a segnalare all’allora presidente Massimo Moratti un certo Javier Zanetti, attuale vicepresidente dell’Inter.