Si sa il calcio è fatto di storie. Ci sono i cosiddetti mercenari, le bandiere, i ribelli. Ci sono i giocatori invece che si affezionano a tal punto ad una squadra che quando la cambiano diventano quasi irriconoscibili, e poi ci sono gli eterni esiliati. Si, quei giocatori sui quali in patria nessuno ha mai puntato e sono stati per così dire adottati da altre nazioni, dove sono cresciuti e diventati dei giocatori di livello con il sogno malcelato di tornare prima o poi a casa. È inevitabile, l’attrazione per la propria patria è qualcosa di intramontabile, un legame forte proprio come quello materno. Eppure questi figli a volte non vengono riconosciuti, e se ciò accade, spesso e volentieri, è solo tardivamente. Ce ne sono tanti di questi figli illegittimi sparsi per il mondo, molti sono italiani, ma tornando al nostro caso nemmeno l’ottimo Mondiale è riuscito a convincere PSG, Monaco & co. a riportare a casa uno dei maggiori talenti francesi.

Antoine Griezmann giocava nella squadra della sua città, l’UF Mâcon, quando a 14 anni, dopo alcuni provini in top club francesi, venne notato da un osservatore della Real Sociedad. Stregato dalla rapidità e dalla classe del ragazzo (la bassa statura e il fisico mingherlino per lui non erano un problema) lo scout decise di portarlo nei Paesi Baschi, dove per due settimane rimase in prova alloggiando proprio a casa del suo mentore. Venne immediatamente arruolato nelle giovanili, il suo futuro era lì in Spagna. A dire il vero però Griezmann si adattò subito. San Sebastian è una città vivibile, a 20 km dal confine con la Francia, spagnola per il turismo, più francese per il costume.

È l’inizio della favola. Il bell’Antoine nella prima stagione (2009-2010) contribuisce in maniera notevole alla vittoria della Segunda Division, e il conseguente approdo in Liga non produce scossoni. Cinque stagioni straordinarie che l’hanno consacrato come il vero e proprio idolo dei tifosi baschi. 202 presenze e 53 reti, tanti assist e personalità da vendere. Probabilmente Griezmann non avrebbe voluto lasciare la sua città di adozione, o forse l’avrebbe fatto solo per tornare in Francia. Tifoso del Lione sin da bambino, proprio allo Stade Gerland ha realizzato uno dei suoi gol più belli: una mirabolante sforbiciata dal limite dell’area che ha permesso alla Real Sociedad di tornare dopo 10 anni d’assenza nella fase a gironi della Champions League. Tuttavia nessuno ha potuto opporsi alla trattativa con i Colchoneros in quanto l’Atletico ha pagato la clausola di rescissione di 30 milioni di euro compresa nel contratto. Inevitabilmente per il talentino francese classe ’91 l’opportunità di giocare al Vicente Calderon è un qualcosa di irrinunciabile e rappresenta una svolta per la sua carriera, si tratta della classica prova di maturità.